Prato, ai domiciliari la donna accusata di atti sessuali con l’allievo minorenne

Stando alle indagini, la 40enne avrebbe frequentato siti pedopornografici e avuto contatti con altri minori. Indagato anche il marito

Arresti domiciliari per la quarantenne di Prato indagata per aver avuto una relazione con un minore al quale impartiva ripetizioni. All'epoca dei fatti contestati alla donna, il ragazzo, che adesso ha 15 anni, non ne aveva compiuti ancora 14. Dalla loro relazione, come prova il test del Dna, è nato anche un bambino. Le ipotesi di reato per la donna, che è difesa dagli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri, sono di violenza sessuale su minore. Alfano ha fatto sapere che domani verrà presentata la richiesta di riesame al tribunale della libertà.

Nei giorni scorsi la quarantenne aveva resto dichiarazioni spontanee davanti al pm. L'ordinanza di custodia cautelare, secondo i magistrati, si è resa necessaria per evitare l'inquinamento delle prove.

Nell'ambito dell'inchiesta della procura di Prato, che dall'8 marzo scorso indaga sul rapporto tra la donna e il 15enne, risulta indagato adesso anche il marito al quale è stato notificato stamattina l'avviso di garanzia.

Stando a quanto affermato da Giuseppe Nicolosi, capo della procura di Prato che coordina le indagini condotte dalla squadra mobile, la 40enne avrebbe frequentato su internet siti pedopornografici
"E' emersa la frequentazione di siti pedopornografici da parte della signora – ha detto Nicolosi in una conferenza stampa – e di contatti con altri ragazzi minori. Per quanto riguarda queste frequentazioni abbiamo anche acquisito delle informazioni di natura dichiarativa. Ora nel quadro che si presenta per le indagini, si tratterà di completare le acquisizioni testimoniali. I contatti risultano, per quello che abbiamo raccolto, per via informatica".

Secondo quanto spiegato dal procuratore, è certo che sia il ragazzo, oggi quindicenne, il padre del figlio avuto pochi mesi fa dalla donna, e l'indagata, come confermerebbe "l'enorme numero di messaggi di una chat su whatsapp", avrebbe esercitato "una forte pressione sul ragazzo perché compiesse questi atti sessuali approfittando dello stato di inferiorità psicologica del minore e prospettando l'intento di suicidarsi per avere incontri che il tredicenne non avrebbe più voluto avere".