Gli eventi da non perdere di giovedì 21 febbraio 2019

LaPresse e upday presentano gli eventi da non perdere di giovedì 21 febbraio 2019

Chiesa e pedofilia – L'attesa è stata difficile e piena di tensioni. Da oggi fino a domenica la chiesa cattolica fa pubblicamente i conti (e per la prima volta) con la pedofilia del clero. Il convegno, voluto dal Papa, coinvolge tutti i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo ed è stato intitolato, pudicamente, sulla "protezione dei minori". Il Papa ha scritto su Twitter che saranno "ore di  "dialogo e comunione, di ascolto e discernimento. Possano essere un tempo di conversione". Ci saranno i vescovi, ma si faranno sentire anche le vittime di tanti preti pedofili. Sono venute da ogni parte del mondo e chiedono che il Papa stabilisca una volta per tutte che chi abusa viene cacciato come è successo al cardinal McCarrick. Il Papa non li ha ricevuti e loro se ne sono lamentati, ma ci si aspettano parole chiare da Francesco che parlerà all'inizio e alla fine del convegno. E nel convegno si è inserito prepotentemente il tema dell'omosessualità che alcuni gruppi conservatori (che fanno capo ai cardinali Walter Brandmüller e Raymond Leo Burke) hanno sollevato e, in qualche modo, collegato a quello della pedofilia: "La piaga dell'agenda omosessuale è diffusa all'interno della Chiesa, promossa da reti organizzate e protetta da un clima di complicità e omertà" hanno scritto. Insomma, saranno giornate sicuramente proficue, ma anche piene di trappole per il Papa e i suoi sostenitori che vogliono aiutarlo a cambiare la Chiesa

Tav, mozione Lega-M5S – I maligni hanno già sentenziato che Matteo Salvini ha subito saldato il debito con Luigi Di Maio. Non si è ancora spento l'eco del risultato in Commissione per l'immunità del Senato, che arriva la notizia di una mozione comune Lega-M5S sull'alta velocità Torino-Lione. La mozione (che viene discussa oggi alla Camera) afferma che l'opera "va ridiscussa". A Montecitorio c'erano già due mozioni di Forza Italia e Pd che impegnano il governo a portare avanti l'operaLa Lega, si sa è sempre stata a favore della Tav. Ma l'accelerazione è arrivata ieri pomeriggio quando Forza Italia ha spinto per andare subito a votare le mozioni depositate. Il governo messo alle strette, con il rischio di spaccarsi, fa filtrare che ci sarà un documento condiviso, che al momento è solo una pagina bianca, e che in sostanza riprende quanto messo nero su bianco nel contratto di governo: "Con riguardo alla linea ad Alta velocità Torino-Lione ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia". Nella mozione non sarà quindi menzionata nè l'analisi costi-benefici commissionata dal Mit, nè tempi e modi di questa 'ridiscussione'. Uno stratagemma, insomma, per uscire dall'imbarazzo, ma che non risolve il problema e molto probabilmente condanna la Tav a un altro stop. Dalla Lega fanno filtrare la loro posizione "non cambia", insomma il sì alla Tav è granitico. Si tratta viene, spiegato "solo di valutare come realizzare l'opera" ma la Torino-Lione si farà. Ma l'opposizione non ci crede e attacca. Chiamparino parla di "pietra tombale sulla Tav". E ora lo scontro sarà totale.

Separazione delle carriere dei giudici – E arriva subito un'altra grana nel rapporto tra Lega e M5S. In commissione Giustizia alla Camera è stata depositata e andrà in discussione la proposta di legge di inziativa popolare sulla separazione delle carriere dei giudici. E' un vecchio pallino del centrodestra che Berlusconi ha rispolverato in questi giorni anche a proposito dell'arresto dei genitori di Renzi: "Queste cose – ha detto – non succederebbero se il Pd avesse accettato la mia idea della separazione della carriere dei magistrati". Il centrodestra (e l'associazione delle Camere penali, cioè degli avvocati, che ha raccolto le firme) sostengono che magistratura inquirente e magistratura giudicante dovrebbero seguire due carriere separate e non comunicanti. Motivo? Perché i giudici, oggi, si considerano colleghi e tendono a darsi ragione tra loro. Per Berlusconi, oggi, non c'è parità tra le parti (accusa e difesa) del processo davanti al giudice. L'accusa è sempre favorita. Ma la cosa delicata è che Matteo Salvini (quest'estate a Lucca) ha firmato la proposta di legge. Sul tema, però, il M5S è duramente contrario tanto che la faccenda è stata un po' sul tavolo del contratto di governo e poi ne è uscita. Cosa farà adesso Salvini? Sosterrà la proposta che ha firmato o darà ragione ai suoi compagni di governo? 

Brexit – A meno di sei settimane (29 marzo) dalla Brexit, Theresa May torna a Bruxelles e ci ritenta. Ieri sera ha visto il presidente della Commissione Jean Claude Juncker e i colloqui andranno avanti nei prossimi giorni. La speranza di Theresa è di ottenere delle modifiche dell'accordo di divorzio in merito al backstop, in modo da arrivare a una versione che sia accettabile dal suo Parlamento. Al termine del faccia a faccia, Juncker e May hanno riferito di una "discussione costruttiva" che ha toccato il tema del backstop. Il backstop è la clausola presente nell'accordo di uscita che prevede che il Regno Unito resti nell'unione doganale Ue finché non verrà trovato il modo di garantire che non ci sia un ritorno di un confine rigido fra l'Irlanda e la provincia britannica dell'Irlanda del Nord. May spera di strappare all'Ue un'intesa aggiornata che renda il backstop non permanente. Ma, come è moto, la Ue non ha nessuna intenzione di rinegoziare. Ci potranno essere precisazion i, ma non cambiamenti. E, intanto, a Londra anche tre "tories" (dopo gli otto laburisti) hanno lasciato il loro partito in polemica col netto rifiuto di May all'ipotesi di un secondo referendum. Si uniranno agli otto ex-laburisti in un nuovo gruppo di 11 deputati. La situazione è politicamente al limite del grottesco: il 29 marzo sarà Brexit e il rischio che sia Brexit "no deal" è sempre più concreto. Ma nessuno dei protagonisti riesce a fermarsi e a fare l'interesse del proprio Paese.

Europa League – La Lazio (sconfitta 2-0 a Siviglia) ha lasciato l'Europa League ai sedicesimi (l'anno scorso uscì ai quarti con il Salisburgo). A Siviglia, sotto 1-0, gli uomini di Inzaghi non hanno saputo approfittare dell'espulsione di Vazquez. Dopo un quarto d'ora anche Marusic si è fatto espellere e lì è finito tutto. E, mentre anche la Juve (in Champions) ha le sue gatte da pelare (e un ritorno da tremare) dopo la grave sconfitta (0-2) con l'Atletico Madrid, questa sera scendono in campo Inter e Napoli per due ritorni, sulla carta, semplici. A San Siro (ore 21), è di scena il Rapid Vienna, sconfitto all'andata da un rigore di Lautaro. Icardi non gioca e Spalletti recupera Skriniar e Brozovic per questa probabile fornazione: Inter (4-2-3-1): Handanovic; Cedric, Skriniar, Miranda, Asamoah; Borja Valero, Brozovic; Politano, Nainggolan, Perisic; Lautaro. Il Napoli, che a Zurigo ha vinto 3-1, affronta gli svizzeri (ore 19) con molta tranquillità e con un po' di turnover: Napoli (4-4-2): Karnezis; Malcuit, Chiriches, Luperto, Ghoulam; Verdi, Allan, Diawara, Zielinski; Insigne, Mertens.