Era in fuga da un anno. È stato rintracciato all'ultimo piano di un condominio di un piccolo centro abitato. Deve scontare 14 anni per narcotraffico internazionale
I carabinieri di Reggio Calabria e Cosenza hanno catturato nella notte tra giovedì e venerdì il latitante Francesco Strangio. L'uomo, in fuga da un anno, è stato rintracciato a Rose, piccolo comune del cosentino in un appartamento all'ultimo piano di un condominio del centro abitato. Pluripregiudicato ritenuto contiguo alla cosca Strangio-Janchi di San Luca, Strangio deve scontare 14 anni per narcotraffico internazionale, per aver negoziato e gestito l'importazione di ingenti quantità di cocaina dal Sudamerica. Nell'operazione sono stati impiegati anche i carabinieri dello squadrone Cacciatori di Vibo Valentia.
Le indagini, infatti, hanno permesso di appurare come i membri dell'organizzazione disponessero di basi logistiche e appoggi in tutta Italia e nei principali paesi europei, in particolare Germania, Olanda e Belgio, funzionali ad assicurare l'ingresso e lo smistamento dei carichi di cocaina in Europa. Strangio in stretta collaborazione con Bruno Pizzata, vertice dell'organizzazione che attualmente sta scontando in carcere una condanna a 30 anni, ha personalmente preso parte alle trattative d'acquisto con i narcos sudamericani e ha organizzato i trasferimenti della droga a bordo di navi cargo con carichi di copertura in diversi porti del nord Europa, come quelli di Amburgo e Anversa. L'uomo, forte dell'esperienza acquisita nei trasferimenti transfrontalieri e dei contatti con i produttori sudamericani, ha avuto un ruolo attivo anche nel finanziare le importazioni, coinvolgendo altri 'investitori' nei traffici di stupefacente. Da oltre un anno, ormai, il latitante aveva trovato rifugio sicuro spostandosi tra diversi centri del cosentino, fino ad arrivare un paio di settimane fa nel comune di Rose, dove aveva individuato nella mansarda all'ultimo piano di un tranquillo condominio il luogo ideale per sottrarsi alla condanna, continuando a gestire i propri traffici illeciti.
Le indagini, infatti, hanno permesso di appurare come i membri dell'organizzazione disponessero di basi logistiche e appoggi in tutta Italia e nei principali paesi europei, in particolare Germania, Olanda e Belgio, funzionali ad assicurare l'ingresso e lo smistamento dei carichi di cocaina in Europa. Strangio in stretta collaborazione con Bruno Pizzata, vertice dell'organizzazione che attualmente sta scontando in carcere una condanna a 30 anni, ha personalmente preso parte alle trattative d'acquisto con i narcos sudamericani e ha organizzato i trasferimenti della droga a bordo di navi cargo con carichi di copertura in diversi porti del nord Europa, come quelli di Amburgo e Anversa. L'uomo, forte dell'esperienza acquisita nei trasferimenti transfrontalieri e dei contatti con i produttori sudamericani, ha avuto un ruolo attivo anche nel finanziare le importazioni, coinvolgendo altri 'investitori' nei traffici di stupefacente. Da oltre un anno, ormai, il latitante aveva trovato rifugio sicuro spostandosi tra diversi centri del cosentino, fino ad arrivare un paio di settimane fa nel comune di Rose, dove aveva individuato nella mansarda all'ultimo piano di un tranquillo condominio il luogo ideale per sottrarsi alla condanna, continuando a gestire i propri traffici illeciti.
All'interno dell'abitazione i carabinieri hanno trovato diverse carte di identità e un passaporto intestati a terzi, acquisiti per essere contraffatti con la sostituzione della fotografia. Aveva inoltre con sé denaro contante (circa 8mila euro ). Nell'appartamento c'erano tre telefoni cellulari parzialmente bruciati all'interno di un camino, due valigie già pronte per una partenza immediata e tracce di cocaina su alcuni mobili. Tuttavia, l'irruzione repentina dei militari – che hanno dovuto abbattere la porta blindata dell'appartamento con un ariete – non ha lasciato alcun margine di fuga a Strangio ponendo fine alla sua latitanza. Ora dovrà scontare la pena di 14 anni di reclusione e 60mila euro multa. Il 39enne è stato condotto nella casa circondariale di Cosenza a disposizione dell'autorità giudiziaria.