Pastori in protesta davanti a Montecitorio. Salvini promette: “Soluzione in 48 ore”

Coldiretti contro il Consorzio: "E' responsabile del crollo del mercato che ha messo in ginocchio gli allevatori". In piazza anche gli agricoltori danneggiati dalla Xylella

Continua la protesta dei pastori sardi, sul piede di guerra per il crollo del prezzo del latte, sceso nelle ultime settimane sotto i 60 centesimi al litro. Davanti a piazza Montecitorio a Roma è andata in scena la manifestazione della Coldiretti, che chiede di procedere immediatamente al commissariamento del Consorzio di tutela del Pecorino romano Dop, "responsabile con le sue scelte del crollo del mercato che ha messo in ginocchio gli allevatori".

Dopo la protesta, una delegazione di allevatori sardi della Coldiretti guidati dal presidente Ettore Prandini ha incontrato il ministro Matteo Salvini: un tavolo tra associazioni di categoria, governo e produttori è previsto per giovedì alle 15 al Viminale. Alla riunione era presente anche il sottosegretario all'Agricoltura Franco Manzato. Tra gli altri impegni, ci sono gli interventi di sostegno per le perdite economiche (legate alla mancata produzione e ai bassi prezzi) e la sospensione delle attività del Consorzio, sospensione finalizzata all'approvazione del nuovo piano di produzione. Un pacchetto di iniziative che servirà anche a rasserenare il clima sull'isola. "Lavoro per una soluzione entro 48 ore per restituire dignità e lavoro ai sardi", ha assicurato Salvini.

Lunedì anche il premier Giuseppe Conte, dopo aver incontrato una delegazione di allevatori a Cagliari, ha annunciato l'apertura, per il prossimo 21 febbraio, di un tavolo di filiera al ministero delle Politiche agricole e forestali. 

La denuncia della Coldiretti – "Circa un milione di litri di latte è stato lavorato per essere dato in beneficenza, dato in pasto agli animali o gettato per colpa dell'atteggiamento irresponsabile degli industriali che ha portato i pastori all'esasperazione di fronte a compensi inferiori a 60 centesimi al litro, al di sotto dei costi di produzione", afferma la Coldiretti nel comunicato redatto in occasione della manifestazione, a cui partecipano anche gli agricoltori, colpiti da pesanti calamità con il dimezzamento del raccolto nazionale di olio di oliva per la Xylella. "Attendiamo che l'associazione industriali proponga a tutti i pastori della Sardegna il prezzo del latte che non ha voluto né trattare né modificare in questi mesi rimanendo sordo e indifferente alle proposte avanzate", spiega il presidente Ettore Prandini, sottolineando che "merita una risposta chi si sveglia alle 5 del mattino tutti i giorni per mungere e ottenere da ogni pecora circa un litro di latte al giorno che viene pagato con una elemosina che non copre neanche i costi di allevamento".

"Non sono veri imprenditori – precisa Prandini – quegli industriali che se non riescono a vendere il pecorino che hanno deciso di produrre scaricano i costi della loro incapacità sull'anello più debole: i pastori. Le remunerazioni offerte non sono solo indegne ed offensive per i pastori ma anche illegali perché le norme sulla concorrenza vietano "qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione", secondo quanto prevede l'articolo 62 della legge 1 del 2012 nato proprio per combattere speculazioni e pratiche sleali. Lo dimostra – denuncia la Coldiretti – l'analisi dell'Ismea che evidenzia come i prezzi riconosciuti ai pastori a gennaio 2019 sono stati pari a 56 centesimi di euro (Iva esclusa) rispetto a costi variabili di produzione saliti a 0,70 centesimi (Iva esclusa). Un obiettivo – si sottolinea nella nota – condiviso anche dall'Unione Europea che si appresta ad approvare la nuova direttiva contro le azioni commerciali inique e immorali che entro la prima settimana di marzo dovrebbe arrivare in aula al Parlamento europeo.

Si tratta – continua la Coldiretti – della presa d'atto della necessità di contrastare lo squilibrio commerciale che favorisce le speculazioni lungo la filiera e la necessità di intervenire per garantire un trattamento più equo alle piccole e medie imprese agroalimentari, come nel caso dei pastori sardi e dei loro greggi nei confronti dell'industria caseari. La situazione – denuncia l'associazione degli agricoltori – è insostenibile con il prezzo offerto da un 'cartello' di industrie inferiore a 60 centesimi per litro di latte di pecora che spinge alla chiusura i 12mila allevamenti della Sardegna dove pascolano 2,6 milioni di pecore, il 40% di quelle allevate in Italia, che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop). Per questo – prosegue la Coldiretti – in gioco c'è il futuro di migliaia di famiglie, di un settore economico strategico per il made in Italy e per l'intera Sardegna dove il 70% del territorio è destinato al pascolo dal quale gli animali traggono alimento ma secondo l'associazione negli ultimi dieci anni in Italia è scomparso un milione di pecore per colpa di scelte industriali irresponsabili.