In piazza a Torino per dire Sì alla Tav: centinaia di persone per l’alta velocità

L'evento della società civile nato dal tam tam social "contro l'immobilismo e la decrescita voluta dalla amministrazione torinese del M5S e della sindaca Appendino"

La società civile a favore della Tav Torino-Lione prova a uscire dal mondo virtuale del web. Sui social sono nati gruppi e iniziative sulla scia della mobilitazione, lunedì scorso, delle categorie produttive torinesi per chiedere di non interrompere i lavori dell'alta velocità, dopo la votazione in Consiglio comunale di un ordine del giorno della maggioranza 5 Stelle per lo stop all'opera.

Su Facebook la pagina 'Sì, Torino va avanti' in pochi giorni è arrivata a 27mila membri, mentre una petizione lanciata su change.org a sostegno della Torino-Lione dall'ex sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Bartolomeo Giachino è arrivata a 44mila adesioni. Circa 500 persone, tra società civile, alcuni imprenditori e politici locali, hanno manifestato nel capoluogo piemontese "contro l'immobilismo e la decrescita voluta dalla amministrazione torinese del M5S e della sindaca Appendino".

L'evento, chiamato 'Torino dice basta', è nato dal tam tam online e anticipa un secondo appuntamento, organizzato per sabato 10 novembre sotto alla prefettura, dove, nelle speranze dei promotori, si potrebbero trovare in 40mila. Mentre il vicepremier e capo politico M5S, Luigi Di Maio, rimarca di non ritenere la Torino-Lione "un'opera strategica per il Paese" e la Lega fatica a mascherare il proprio favore al progetto per non esasperare i rapporti con l'alleato di governo, il movimento dal basso si organizza, puntando a diventare un'onda arancione, come il colore del logo della pagina di 'Sì, Torino va avanti'.

Una delle promotrici, l'imprenditrice informatica Giovanna Giordano Peretti, invita a indossare qualcosa di arancio e decorare finestre e vetrine per caratterizzare l'iniziativa, rimarcarcandone allo stesso tempo i tratti: "Compostezza per dire di sì con voce ferma e gentile: in un mondo in cui tutti urlano, si nota di più chi parla a bassa voce". Tradotto: bene attirare l'attenzione, ma la bagarre politica stia alla larga. L'idea è "nata al di fuori dei partiti", e lì vorrebbe rimanere nelle intenzioni: una "rivoluzione gentile, per non lasciare l'amata città scivolare nel declino dei no pronunciati di fronte a ogni innovazione e opportunità di sviluppo".