La disgrazia durante una battuta di caccia ad Apricale. Indagano i carabinieri
Avrebbe compiuto 19 anni a fine ottobre Nathan Labolani, ucciso durante una battuta di caccia al cinghiale ad Apricale, in provincia di Imperia. Il giovane, residente a Ventimiglia, stava passeggiando nei boschi quando è stato ucciso. Chi ha premuto il grilletto è un cacciatore di circa 30 anni, indagato per omicidio colposo.
Secondo la prima ricostruzione, avrebbe scambiato la vittima per una preda e, non sentendo risposte dopo il richiamo, avrebbe aperto il fuoco. I tentativi di rianimazione sono stati vani: per Nathan all'arrivo del 118 e del Soccorso alpino non c'era più niente da fare. L'arma, una Winchester calibro 300 magnum regolarmente detenuta, è stata sequestrata. La dinamica dell'accaduto è ancora in fase di accertamento.
Domenica mattina il giovane avrebbe deciso di fare un giro nel bosco. Nella stessa zona due squadre di cacciatori di Perinaldo e di Camporosso erano impegnati in una battuta al cinghiale. Verso le 8, senza preavviso, il giovane è stato colpito alla spalla e all'addome: almeno un colpo è passato da una parte all'altra del corpo e Nathan si è accasciato a terra. I colpi esplosi sarebbero due. I carabinieri di Imperia, che indagano sul caso, parlano di un fatto "accidentale". Gli investigatori stanno raccogliendo le testimonianze degli altri cacciatori presenti. Le associazioni animaliste si domandano come si possa morire in questo modo.
L'Ente nazionale protezione animali parla di "emergenza sicurezza" per una "natura ridotta a monopolio di un 'esercito venatorio", e chiede al Governo di sospendere ad ogni latitudine la caccia. Per la Lega per l'abolizione della caccia "le responsabilità di questa sciagura non attengono soltanto al gesto scellerato di chi, in possesso di una carabina di grosso calibro, spara a casaccio nel bosco senza prima visualizzare cosa si muove dietro al fogliame. Un altro aspetto fondamentale – sottolinea la Lac – è che oggi la caccia al cinghiale in Liguria non doveva essere consentita a termini di legge". Una cosa è certa: nessuno riporterà in vita il 18enne, i suoi sogni e i suoi progetti di vita.