Genova, 38 morti accertati. Procuratore: “Ancora una decina di dispersi”

Ipotizzato anche il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti. Oltre 550 gli sfollati

Almeno una decina di dispersi, forse anche di più. Questo il timore dei soccorritori che continuano a scavare tra le macerie del ponte Morandi a Genova. Il bilancio ufficiale è di 38 morti riconosciuti, ma è destinato a peggiorare. Lo confermano le parole del Procuratore del capoluogo ligure, Francesco Cozzi, che coordina l'inchiesta sul disastro. Attentato colposo alla sicurezza dei trasporti, disastro colposo e omicidio colposo plurimo le ipotesi di reato.

Il fascicolo, in mano ai pm Walter Cotugno e Massimo Terrile, rimane a carico di ignoti. Prima di iscrivere nomi nel registro degli indagati, gli inquirenti lavorano per accertare le cause del crollo, e gli scenari sono molti e ampi. "Si va da possibili errori di progettazione, o nella fase di esecuzione o anche in quella di manutenzione. Solo dopo aver chiarito questo, si potrà capire chi ha delle responsabilità", spiega il Procuratore Cozzi, "quello che è certo, è che si esclude l'accidentalità. Si tratta di un errore umano".

"Acquisiremo tutti i video necessari", aggiunge il capo della Procura genovese, "sia quelli relativi alle attività in corso, con le immagini dei detriti e di tutto ciò che viene movimentato, sia quelli relativi al fatto stesso". Oltre ai filmati dei privati, vengono acquisite anche immagini di videosorveglianza e webcam di Autostrade che permettano di capire meglio cosa sia successo. "Non conosciamo limiti di spesa e norma di fronte a una tragedia di questo tipo", ha affermato il Procuratore.