Tangenti per nascondere l'irregolarità di alcuni lavori pubblici e fatture emesse per operazioni inesistenti per un ammontare di circa 95 milioni di euro, con distrazioni patrimoniali per un valore di 234 milioni di euro. Ventuno persone sono state arrestate dalla guardia di finanza di Monza in esecuzione di un'ordinanza per associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio.
L'operazione, per cui sono scattate 30 misure cautelari, ha riguardato le province di Monza e Brianza, Milano, Lecco, Reggio Calabria, Bologna e Asti. Tra gli arrestati ci sono anche un ex magistrato e due avvocati: 9 indagati sono finiti in carcere, 12 agli arresti domiciliari, uno ha avuto l'obbligo di dimora, 5 l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 3 il divieto di esercitare attività professionali o imprenditoriali per la durata di 12 mesi.
L'inchiesta, chiamata Domus Aurea e coordinata dal pm di Monza Salvatore Bellomo, è nata da un esposto, presentato nell'ottobre 2014, presso la Procura della Repubblica di Monza su un presunto episodio corruttivo, risalente al 2010, riguardante un comune brianzolo. Su delega della locale autorità giudiziaria, le fiamme gialle hanno iniziato accertamenti, anche di natura tecnica, rilevando una pluralità di condotte illecite, sia di carattere fiscale sia in materia fallimentare, poste in essere nella gestione di circa 40 società appartenenti ad un gruppo societario facente capo ad un noto imprenditore edile operante nella provincia di Monza e Brianza.