Bolzano, padre scappato con figli piccoli: sono in Tunisia

L'uomo e i due bambini di 2 anni e 3 anni erano scomparsi domenica 22 aprile

Sono in Tunisia e stanno bene i due minori scomparsi da Bolzano domenica 22 aprile con il papà, Jamel Methenni. Dopo una settimana di ricerche l'uomo, 33enne tunisino, ha chiamato la ex moglie, Rosa Mezzina, italiana di 28 anni, per comunicarle di trovarsi nel Paese nordafricano con i figli, Yasmine e Yassine di 2 e 3 anni. Nel corso della telefonata la giovane madre è riuscita a parlare con i bambini.

La donna ha anche ricevuto delle fotografie dei piccoli. Era stata lei a denunciare la sparizione dopo essersi accorta, tornando dal lavoro, che in casa mancavano dei vestiti e un borsone. I documenti dei figli, invece, erano al loro posto. I carabinieri avevano immediatamente aperto un'indagine, mettendo a disposizione i propri centralini per eventuali segnalazioni. Del caso si era occupata anche la trasmissione televisiva Chi l'ha visto?.

Resta da chiarire come abbia fatto Methenni a raggiungere il Paese d'origine, dal momento che non aveva con sé i passaporti dei figli. Secondo la prima ricostruzione, si sarebbe recato a casa della ex a Bolzano e avrebbe caricato i bimbi su un furgone bianco. Il cellulare dell'uomo era stato localizzato per l'ultima volta dagli investigatori il giorno della scomparsa nella zona di Verona. Poi il silenzio: la madre e la nonna dei bimbi, Marina, hanno chiamato invano Methenni più e più volte, ma il telefono risultava sempre spento.

Nonostante i pochi contati di cui disponeva, fin dall'inizio i carabinieri sospettavano che il 33enne avesse intenzione di andare in Tunisia, dove vive la sua famiglia e dove Sara aveva rifiutato di trasferirsi anche per motivi di gelosia. Gli aeroporti, i porti e i posti di frontiera erano stati messi in allarme finché, a una settimana esatta dalla fuga, una telefonata ha nutrito la speranza della ragazza. Ma la vicenda non è chiusa: sono in corso ulteriori accertamenti da parte dei militari dell'Arma col supporto della Direzione centrale della polizia criminale del ministero dell'Interno – Interpol. La madre di Yasmine e Yassin, seguita in questa ulteriore fase dall'avvocato Nicodemo Gentile, ha avviato contatti con gli uffici del ministero Affari esteri.