Ema, il Consiglio Ue contro Milano: “Suo ricorso irricevibile”

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Il ricorso di Milano sulla sede dell'Agenzia europea del farmaco é "manifestamente irricevibile". Lo sostiene l'ufficio giuridico Consiglio della Ue nella memoria difensiva depositata nell'ambito del ricorso intentato dal Comune di Milano per 'bloccare' il trasferimento della sede di Ema a Amsterdam.

Per le legali del Consiglio Europeo l'azione legale intentata dal Comune di Milano "avrebbe ripercussioni estremamente serie sul corretto funzionamento dell'agenzia e la possibilità per la stessa di assolvere efficacemente al suo compito di grande interesse pubblico, e da ultimo metterebbe indiscussione la scelta politica relativa all'inaccetabilità di lasciare l'agenzia in un paese terzo. In definitiva – si legge ancora – una tale evenienza comporterebbe un danno estremamente serio agli interessi dell'Ema, dei suoi funzionari, del corretto funzionamento del mercato comune dei farmaci e quindi agli interessi dei pazienti e dei cittadini e dell'Unione nel suo complesso".

Da un lato la sospensione impedirebbe la sospensione impedirebbe di proseguire nei preparativi necessari affinchè la nuova sede (e la sede provvisoria) di Amsterdam possano accogliere Ema in tempo utile – si legeg in un altro passaggio della memoria difensiva del Consiglio Europeo – e questo anche se il ricorso principale venisse rigettato. Dall'altro, com'è già stato notato più sopra, l'eventuale accoglimento del ricorso principale non avrebbe come esito automatico l'assegnazione della sede all'Italia e a Milano, ma piuttosto imporrebbe di adottare una nuova procedura di assegnazione e di procedere quindi con una nuova valutazione delle candidature". 

Ma Milano attende "con fiducia" la decisione del Tribunale Ue, come ha spiegato il professor Francesco Sciaudone, avvocato del Comune di Milano e managing partner dello studio Grimaldi, che segue il caso. "Il Consiglio cerca di difendersi – spiega l'avvocato – escludendo che la scelta con il sorteggio sia un atto del Consiglio, ritenendo che sarebbe una scelta degli Stati a margine dello stesso. Va premesso che lo stesso atto è stato impugnato anche dal Governo italiano dinanzi la Corte di giustizia. La difesa del Consiglio mal si concilia con le tesi di Commissione e Parlamento europeo, che hanno chiaramente affermato che la scelta della sede (e quindi gli atti ad essa relativi) rientrano nella competenza esclusiva Ue".