Milano, ragazza uccisa dal tranviere: lite per la scelta di un film. “Lei mi ha colpito e io mi sono difeso”

L'omicidio per una banale discussione e il corpo avvolto nel cellophane

Il tranviere 39enne Alessandro Garlaschi ha ammesso: a uccidere Jessica Valentina Faoro, 19 anni, è stato lui. mercoledì mattina quando la polizia è arrivata in via Brioschi 93, quartiere Stadera a sud di Milano, nell'appartamento si respirava l'odore acre di bruciato. Prima dieci coltellate, poi il tentativo di disfarsi del cadavere dandogli fuoco. Non riuscendoci, impacchetta il corpo nel cellophane e lo nasconde in soggiorno. "Abbiamo avuto un banale litigio, lei mi ha ferito con un coltello, io l'ho disarmata e poi colpita", ha raccontato Garlaschi agli investigatori. Motivo della discussione, a suo dire, non un approccio sessuale, ma la scelta di un film. Una versione, però, che non ha altri testimoni: l'uomo, sottoposto a fermo per omicidio, era solo in casa con la vittima. Gli agenti hanno sequestrato un coltello da cucina maldestramente pulito e alcuni vestiti sporchi di sangue gettati nel locale spazzatura del cortile del palazzo.

Qui Jessica Valentina è arrivata una decina di giorni fa, accettando l'offerta di un posto letto nella casa in cui Garlaschi vive assieme alla moglie. In cambio la 19enne doveva fare iniezioni di insulina al tranviere, malato di diabete. La moglie, dopo ore di confronto con la pm Cristina Roveda e la squadra mobile diretta da Lorenzo Bucossi, è risultata estranea all'assassinio. La signora, infatti, non ha passato la notte a casa del coniuge, ma in quella dalla madre.

La ragazza sarebbe stata uccisa intorno alle 4 tra martedì e mercoledì. Il corpo viene scoperto alle 10.30 di mattina. Verso le 6 Garlaschi chiama gli uffici Atm e comunica che non andrà al lavoro. Poi raggiunge la suocera, carica in auto l'anziana e la moglie e le porta a casa sua. Racconta a entrambe dell'accoltellamento, e a quel punto telefona all'avvocato. Quando arriva il 118, i paramedici gli fasciano le mani ferite. Sarà ora una perizia del medico legale a stabilire se quei tagli siano stati provocati da un tentativo di difesa.

Intanto l'assessore alle Politiche sociali di Milano, Pierfrancesco Majorino, annuncia la volontà di far costituire il Comune parte civile nel processo: "Stiamo facendo tutte le verifiche". Jessica è "una ragazza che i nostri servizi sociali conoscevano e hanno seguito fin dalla nascita – dice Majorino – Si tratta dell'ennesimo femminicidio di fronte al quale non ci si può girare dall'altra parte. E anche per questo continueremo a investire risorse contro la violenza. Le ragazze e le donne di Milano devono sapere che non sono sole".