SPECIALE RIGOPIANO | Il miracolo dei sopravvissuti: dai Parete al piccolo Edoardo

Le famiglie riunite grazie all'intervento dei soccorsi

Un miracolo, una famiglia riunita, la realizzazione di una speranza che sembrava impossibile: trovare persone vive nell'hotel Rigopiano, a 48 ore dal crollo dell'edificio dovuto ad una slavina. Ma anche angoscia, proteste e difficoltà ad arrivare sul luogo della tragedia. Nell'Abruzzo flagellato da neve, temperature polari, e dal terremoto, un anno fa, è accaduto tutto questo.

Nella mattinata del 20 gennaio 2017, a due giorni dalla valanga, arriva la notizia che diverse persone sono ancora vive tra le macerie. Sono probabilmente una decina, si dice, divisi in almeno due gruppi. È molto difficile recuperarli per le condizioni in cui si ritrova il lussuoso resort affacciato sul Gran Sasso. All'inizio della serata, cinque persone sono fuori: salvi. Sono una donna e quattro bambini che erano nell'albergo al momento del terremoto e della valnga. Si riunisce così la famiglia di Giampiero Parete, colui che aveva lanciato l'allarme chiamando il titolare del ristorante presso il quale lavorava. Per uno scherzo del destino, si era ritrovato salvo, fuori dall'hotel, ma separato ed in angoscia per i suoi cari che erano con lui: la moglie Adriana, il figlio Gianfilippo, la figlia Ludovica. I quattro si riuniscono a Pescara: il padre era stato trasportato nell'ospedale del capoluogo già poco dopo la slavina, la moglie e il figlio arrivano con i primi soccorsi della mattinata del 20 gennaio, la piccola Ludovica con l'estrazione pomeridiana, quella di tre bambini.

Nel pomeriggio di venerdì 20 gennaio, durante il salvataggio dei bambini, viene recuperato il piccolo Edoardo Di Carlo, che si trovava in albergo assieme ai genitori Sebastiano e Nadia. I due però risulteranno tra le vittime della tragedia. Dubbi e angoscia attanagliano i parenti di altri ospiti. In una situazione simile ai Di Carlo è la famiglia Di Michelangelo, composta dal padre Domenico, chietino di 41 anni, la moglie Marina Serraiocco, 36enne. Il figlio di 7 anni Samuel viene salvato, i due genitori sono tra le vittime.

A 48 ore dalla valanga, il bilancio delle vittime si fermava a due persone, che sarebbero poi diventate 29. I primi nomi ad apparire tra i deceduti erano quelli di Alessandro Giancaterino, fratello dell'ex sindaco di Farindola, capo cameriere del resort, e Gabriele D'Angelo, cameriere. La morte di quest'ultimo, volontario della locale croce rossa, sconvolge diversi soccorritori presenti nel centro di coordinamento allestito al Palazzetto dello Sport di Penne. Questi amici, spesso in lacrime, si abbracciano per darsi conforto. I sopravvissuti, invece, vengono trasportati nell'ospedale di Pescara con elicotteri che, in una spola continua, fanno avanti e indietro tra l'albergo e la base operativa di Penne, dove caricavano soccorritori esperti. Nel pronto soccorso ci sono momenti di tensione, con i parenti dei dispersi che chiedono informazioni. "Vergogna, sono 3 metri sotto la neve e sono 50 ore che aspettiamo, dovete dirci qualcosa", dicono alcuni. In effetti, i soccorritori cercano in tutti i modi di limitare le pressioni dei giornalisti, proprio per evitare di offrire false speranze.