Giornata contro la violenza sulle donne. Boldrini: “Perché gli uomini non coinvolti da questa battaglia?”

La Camera aperta in via straordinaria a 1400 donne. A Roma in 150mila al corteo di 'Non una di meno'

Una giornata di iniziative, dibattiti e manifestazioni per dire basta alla violenza sulle donne. In occasione della Giornata internazionale, indetta dall'Onu nel 1999, anche l'Italia si muove per debellare una piaga che ha già fatto 84 vittime nei primi nove mesi del 2017.

Per la prima volta l'Aula di Montecitorio è aperta solo alle donne, alle vittime di violenza e a chi le sostiene. "#InQuantoDonna" è l'evento fortemente voluto dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha aperto Montecitorio in via straordinaria a 1400 donne. Serafina Strano, la dottoressa della guardia medica di Trecastagni stuprata durante un turno di guardia, e Concetta Raccuia, madre di Sara di Pietrantonio, la giovane bruciata a Roma dall'ex, hanno raccolto l'invito della presidente insieme ad altre vittime di violenza domestica, stupro e stalking, madri di donne uccise dai compagni e altre donne – giornaliste, magistrate, poliziotte – impegnate nella lotta al fenomeno.

La presidente dichiara: "In questa legislatura tanto è stato fatto contro la violenza sulle donne: dalla convenzione di Istanbul, al decreto sul femminicidio al provvedimento per gli orfani. Sul tema stalking ci sono stati errori che a giorni saranno corretti. Ma le leggi non bastano: il problema è culturale". Mentre su Twitter si domanda: "Perché gli #uomini che rispettano le donne restano a guardare? Perché tanti, pur rifiutando la #violenza non si sentono coinvolti in questa battaglia?" Per l'occasione, non solo l'Aula, ma anche le altre sale della Camera sono aperte per accogliere tutte coloro che hanno aderito all'invito della terza carica dello Stato. Sono oltre 1.400 le donne provenienti da tutta Italia.

"Ho voluto celebrare il 25 novembre con un evento altamente simbolico – dice la presidente Boldrini – non era mai accaduto nella storia della Repubblica che l'Aula di Montecitorio fosse aperta solo alle donne. Donne comuni che hanno subito violenza o che con la violenza hanno in qualche modo a che fare. Lo scopo di questa giornata -aggiunge – è dar loro attenzione e ascolto, ma anche sensibilizzare il Paese su questo tema che riguarda tutti, non solo le donne. Perché sono gli uomini gli autori della violenza e l'inversione di rotta non può che venire da loro. Ecco perché è importante che si facciano avanti, isolando i violenti, senza imbarazzi o timidezze".

Dopo la presidente, hanno preso la parola dagli scranni dell'Aula diciassette donne. Vittime di stupro, violenza domestica e stalking. Ma anche madri di ragazze che non ci sono più, uccise per mano degli uomini che avrebbero dovuto amarle. Anche la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, con delega alle Pari Opportunità, Maria Elena Boschi è intervenuta.

Dalla Tunisia dove è in viaggio diplomatico, il premier Paolo Gentiloni ha scritto un tweet: "#giornatacontrolaviolenzasulledonne Italia civile si unisce per dire basta alla vergogna della violenza sulle donne". 

La manifestazione. In 150mila hanno partecipato al corteo nazionale promosso dalle associazioni contro la violenza sulle donne che, partito da Piazza della Repubblica a Roma, si è concluso in Piazza San Giovanni. "Non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza maschile e di genere in tutte le sue forme", scrivono le promotrici della manifestazione alla quale hanno partecipato anche tanti uomini e bambini.