Rigopiano, altri 23 avvisi di garanzia: c’è anche ex prefetto Pescara

Le accuse a carico degli indagati vanno dall'abuso d'ufficio, falso, e abusi edilizi, fino al disastro e omicidio colposi

Nuova ondata di indagini legate alla tragedia dell'Hotel Rigopiano: la procura di Pescara ha fatto partire 23 nuovi avvisi di garanzia a carico di altrettante persone ritenute coinvolte nella vicenda. Le accusa vanno dall'abuso d'ufficio, falso, e abusi edilizi, fino al disastro e omicidio colposi. Tra gli iscritti nel fascicolo c'è anche l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, che insieme ad altri due ex dirigenti è indagato per aver attivato in ritardo le procedure indispensabili per liberare in sicurezza l'albergo prima della valanga.

Decine di persone erano rimaste bloccate a causa della nevicata che aveva interrotto l'unica strada percorribile per il paese: spaventati e infreddoliti aspettavano da ore i soccorsi quando la slavina distrusse tutto senza lasciar scampo.

Nell'elenco dei 23 indagati per la tragedia, nella quale morirono 29 persone, figurano le sei persone già precedentemente iscritte, tra le quali il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il presidente della Provincia, Antonio di Marco, e il direttore del resort Bruno Di Tommaso. Tra i nuovi indagati ci sono due ex sindaci di Farindola, Antonio De Vico e Massimiliano Giancaterino e cinque funzionari della Regione Abruzzo responsabili della prevenzione rischi e della cosiddetta 'carta valanghe' che avrebbe forse evitato la tragedia ma non fu mai realizzata nonostante fosse prevista dalla legge. Solo dopo il disastro partì in Regione l'iter che portò, con lo stanziamento di fondi, alla gara d'appalto per la realizzazione dello studio.

La slavina arrivò dopo mesi di uno sciame sismico che, senza tregua, faceva tremare la terra del centro Italia, lasciandosi dietro dolore e morte. A gennaio, cinque mesi dopo la prima drammatica scossa di Amatrice costata la vita a 299 persone, mentre proseguivano le attività legate all'emergenza terremoto, protezione civile e soccorritori si trovarono a fronteggiare un'eccezionale ondata di maltempo, che colpì pesantemente Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Numerosi e complessi gli interventi: dal recupero e soccorso delle persone che bloccate in frazioni isolate, al ripristino della viabilità, delle infrastrutture e dei servizi essenziali gravemente compromessi dalle forti nevicate.

Il territorio era già allo stremo quando, il 18 gennaio, quattro scosse di magnitudo superiore a 5.0 colpirono nuovamente l'area, in particolare le Regioni Lazio e Abruzzo. Poche ore dopo le scosse la valanga travolse, distruggendolo, l'hotel situato alle pendici del Gran Sasso, in provincia di Pescara. Le operazioni di ricerca e soccorso durarono ininterrottamente otto giorni e otto notti, consentendo di mettere in salvo undici persone, ma 29 rimasero sotto le macerie.