È morto, alle 12 di martedì, il diciasettenne colpito da meningite batterica e ricoverato in terapia intensiva ad Imola e sottoposto ad osservazione.
Il ragazzo era ricoverato da venerdì scorso. Appena arrivato in pronto soccorso i medici avevano subito sospettato un caso di meningite ed era dunque partita la profilassi antibiotica per parenti, amici e compagni di scuola. Il meningococco di tipo B aveva provocato una diffusa setticemia.
Al termine delle sei ore di accertamento di morte cerebrale previste dalla normativa, il collegio medico del Santa Maria della Scaletta di Imola ha constatato il decesso del giovane. "In questo momento di grande dolore, i familiari, con grande forza e generosità, hanno voluto che i sanitari procedessero all'attivazione della procedura di donazione degli organi – spiega l'Ausl – Gli operatori del reparto di terapia intensiva e tutta l'azienda Usl di Imola, nell'esprimere il più sentito cordoglio, desiderano ringraziare per l'importante gesto di generosità e solidarietà umana di questa famiglia".
L'ultimo caso nel Bolognese si è verificato nel luglio scorso: un bambino di otto anni è stato ricoverato all'ospedale Sant'Orsola. La situazione è subito stata messa sotto controllo. In Emilia-Romagna, nel periodo 1999-2016, sono stati notificati 2286 casi di malattie batteriche invasive (Mib).
Di queste, mediamente, il 55,8% sono attribuibili a malattie da pneumococco, il 14% a meningococco, il 5,9% a emofilo, l'11,8% ad altri agenti patogeni e il 12,6% a patogeni non identificati. È quanto emerge dal report epidemiologico 'Epidemiologia delle malattie invasive batteriche. Emilia-Romagna, 1999-2016' pubblicato a luglio 2017 dalla Regione Emilia-Romagna.
Dal documento emerge che la distribuzione percentuale dei microrganismi ha subito notevoli cambiamenti dovuti all'introduzione delle vaccinazioni contro alcuni microorganismi (meningococco C e pneumococco nel 2006), alla ridefinizione dei criteri di sorveglianza (2007) e al miglioramento delle capacità diagnostiche di laboratorio.