Lavoro, Papa: “Precariato è immorale. Disoccupati non perdete la fiducia”

Bergoglio: "L'angoscia di lasciare la propria occupazione uccide la dignità e anche la salute"

Il precariato "totale" nel quale sono costrette a vivere moltissime persone, questa sensazione di continua angoscia, è una "ferita aperta", "è immorale" e "uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la società". Papa Francesco torna a parlare di lavoro, uno dei temi che più gli stanno a cuore, in un videomessaggio inviato a Cagliari per la Settimana Sociale dei cattolici italiani.

"Io ho sentito tante volte questa angoscia – dice – l'angoscia di poter perdere la propria occupazione; l'angoscia di quella persona che ha un lavoro da settembre a giugno e non sa se lo avrà nel prossimo settembre. Questo uccide". Il pensiero va "ai disoccupati che cercano lavoro e non lo trovano", "agli scoraggiati che non hanno più la forza di cercarlo" e "ai sottoccupati che lavorano solo qualche ora al mese senza riuscire a superare la soglia di povertà", ma anche "a chi vive nelle aree del Sud d'Italia più in difficoltà": "A loro dico non perdete la fiducia".

In un sistema economico che "mira ai consumi, senza preoccuparsi della dignità del lavoro e della tutela dell'ambiente" la dignità e le tutele "sono mortificate" e il lavoratore spesso è considerato "una riga di costo del bilancio". E' così che "il grido degli scartati resta ignorato". E questa è una logica alla quale non sfuggono le pubbliche amministrazioni, afferma Bergoglio, "quando indicono appalti con il criterio del massimo ribasso senza tenere in conto la dignità del lavoro come pure la responsabilità ambientale e fiscale delle imprese. Credendo di ottenere risparmi ed efficienza, finiscono per tradire la loro stessa missione sociale al servizio della comunità".

Dignità prima di tutto. È la condizione essenziale per "creare lavoro buono", perché non tutti i lavori sono "degni". Ci sono lavori che "umiliano", che "nutrono le guerre con la costruzione di armi", che "svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori". Nulla, per il Papa, si dovrebbe anteporre "al bene della persona e alla cura della casa comune, spesso deturpata da un modello di sviluppo che ha prodotto un grave debito ecologico".

Esattamente nello stesso solco di quello di Bergoglio si colloca l'intervento del presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, che propone "un grande Piano di sviluppo per l'Italia", basato su "famiglia e messa in sicurezza del territorio", ma anche sulla messa a sistema delle aziende private e pubbliche, su una riduzione della burocrazia, su "investimenti mirati nel tempo che possano portare ad assumere i nostri giovani laureati, sia in materie scientifiche che umanistiche, operai specializzati e semplice manovalanza". "Bisogna essere franchi – affonda il cardinale -, il tempo delle chiacchiere è finito. Così come è ormai definitivamente concluso il tempo dei finanziamenti pubblici senza un progetto. Questo tempo ci ha lasciato un debito pubblico, che non è solo un preoccupante costo economico per lo Stato, ma è soprattutto un drammatico costo sociale per la vita delle persone".