La sindaca si difende: "E' una realtà che cresce nonostante le difficoltà"

"Torino è una città che guarda al futuro nonostante le difficoltà, che non abbiamo mai negato. Torino non ha bisogno di rincorrere nessuno. Torino è Torino, lo è sempre stata e lo sarà sempre. Con i suoi valori, le sue bellezze, le sue ricchezze, la sua storia e le tante cose su cui sarà necessario lavorare duramente, con la collaborazione di tutte le istituzioni, delle realtà del territorio e dei cittadini". Chiara Appendino, sindaca di Torino, risponde così su Facebook ad un articolo apparso ieri su La Stampa dal titolo 'Il declino silenzioso di Torino, ora la città si sente tradita'.

"Credo sia importante sottolineare che questa narrazione di declino non solo non rende giustizia ma rischia di danneggiare eccellenze della nostra città come, ad esempio, l'Università e il Politecnico. Tutto ciò, ci tengo a sottolinearlo, è merito dell'intera comunità. Di una Torino ricca di inventiva e laboriosità, che vede come protagonisti tutte le Istituzioni, le aziende, le realtà sociali e i cittadini".

"Tra i simboli del declino narrato senza alcun dato a supporto – prosegue nella sua lettera la sindaca eletta per il M5S – vi sarebbe un calo del turismo, eppure l'occupazione delle camere d'albergo a settembre si è assestata a un +8,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno".

"Si ventila poi un clima allarmistico dell'industria locale che da sempre si distingue nei settori automotive, aerospazio, telecomunicazioni, bio-medicale, enogastronomico e non solo.- continua la sindaca Appendino – . Chiariamo subito che Torino è una città che ha sofferto la crisi più di altre e in cui le imprese hanno pagato un prezzo enorme. Eppure – pur in un quadro di crisi globale – secondo la consueta indagine trimestrale dell'Unione Industriale tutti i principali indicatori sono finalmente positivi e lasciano intravedere un rilancio produttivo su basi solide.La strada da fare è ancora lunga ma sono segnali di cui va tenuto conto".

"Vorrei però concentrarmi ora sulla visione alla quale è affezionato l'editorialista, per cui Torino sarebbe avviata volutamente verso il declino, aggiunge la prima cittadina di Torino.

"Noi ci siamo presentati alle elezioni, ormai un anno e mezzo fa, con un'idea di città molto precisa. Pur senza negare le insindacabili ricchezze del nostro territorio, abbiamo proposto ai cittadini un modello di città alternativo.Siamo tornati a lavorare seriamente per una città che sia pronta ad essere teatro di un nuovo sviluppo industriale moderno e al passo con i tempi, che sappia cogliere le sfide dell'industria 4.0.- aggiunge – Questo modello è l'unica strada possibile per restituire risorse al territorio, attrarre cervelli, mantenere quelli che ci sono, intercettare investimenti e creare lavoro. Abbiamo poi riconosciuto il turismo come risorsa importante, ponendo molta attenzione a un turismo che sia sostenibile, rivolgendoci anche a nicchie con interessi diversificati".

"Ciò che voglio fare con fermezza è difendere Torino, i suoi valori, le sue eccellenze e ciò che rappresenta. Voglio difendere Torino anche per le tante cose che ci sono ancora da fare. Penso alle situazioni dell'ex-Moi e del campo nomadi di via Germagnano, per fare due esempi, alle quali dopo anni di attesa stiamo lavorando. Penso all'alto tasso di disoccupazione. Penso al disagio delle periferie. Penso al decoro e alla sicurezza. Penso ai tanti cittadini che ogni giorno si rivolgono ai nostri servizi sociali", scrive la sindaca.

"Parlo con questi cittadini ogni giorno, e ogni giorno trovo nelle persone non rassegnazione, bensì la voglia di superare le difficoltà; nonostante una crisi che la nostra città forse ha patito più di altre. Oggi ci troviamo a dover sanare delle situazioni difficili che si sono radicate in anni e anni di rimandi. Insieme alla Giunta e alla maggioranza ci siamo trovati davanti a un bivio impegnativo per i conti di Torino, la scelta tra piano di rientro e predissesto. Abbiamo fatto una scelta di responsabilità e coraggio optando per il piano di rientro, che mette l'interesse della città davanti alla ricerca del consenso. Una decisione che è innanzitutto per il futuro di questa città, con cui avremo ancora dei margini per portare avanti la nostra visione", conclude Appendino.

 

 

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