I casi di femminicidio registrati nei primi 5 mesi del 2017 sono stati 29 "circa il 40% in meno dello stesso periodo dell'anno scorso". Lo spiega il Capo della Polizia, Franco Gabrielli,nel corso della sua audizione in Senato presso la commissione di inchiesta sul femminicidio. Un calo rispetto al passato, anche se più leggero, si era verificato anche l'anno scorso. L'aggressore in oltre metà dei casi ha spiegato Gabrielli è "il partner (53%) o l'ex partner (15%). Sul movente quello di tipo passionale è al 28% mentre quello più frequente (38% dei casi degli omici di genere) sono le liti ed i rancori personali.
Questi dati però, ha dichiarato Gabrielli "non possono autorizzarci ad indulgere a facili ottimismi" perché "anche una sola vittima non può essere una perdita accettabile". Inoltre le uccisioni di donne "continuano a costruire la maggioranza degli episodi commessi nell''ambito familiarte". Inoltre deve essere considerato "quel numero oscuro di reati di violenza domestica che non vengono denunciati" anche se "gli strumenti di prevenzione e contrasto hanno inziato ad incidere su questo fatto specie per quanto riguarda gli atti persecutori".
"Siamo di fronte ad un fenomeno criminale frutto di una subcultura che – sottolinea Gabrielli – disconosce il diritto all'autonomia della donna".