Milano, seminario sui farmaci biosimilari aspettando l’Ema

"I biosimilari apportano problematiche nuove, che non permettono di trasporre gli schemi elaborati a livello di Antitrust per i generici", sottolinea l'avvocato Raffaelli

Tutela della salute, concorrenza e libertà di prescrizione. Ma anche contenimento della spesa per lo Stato, che deve garantire il servizio sanitario nazionale. Questi i tanti temi toccati oggi a Palazzo Giureconsulti nel seminario 'Farmaci originator, biosimilari e Antitrust', organizzato dallo studio legale Rucellai & Raffaelli con il Centro di eccellenza Jean Monnet e lo studio Sena e Tarchini. "I biosimilari apportano problematiche nuove, che non permettono di trasporre gli schemi elaborati a livello di Antitrust per i generici", segnala l'avvocato Enrico Adriano Raffaelli, illustrando il senso dell'incontro, dedicato alle versioni "alternative" dei farmaci biologici già autorizzati per uso clinico e alle normative che li interessano.

Tema è tecnico, certo, ma che dà modo anche all'osservatore esterno di rilevare come Milano stia lavorando per diventare la città di riferimento – in Italia e in Europa – per il comparto farmaceutico. Un traguardo tutt'altro che astratto, con l'Agenzia europea del farmaco, l'Ema, in procinto di lasciare Londra causa Brexit. "Questo settore rappresenta uno dei pilastri per la Milano del prossimo decennio", ha confermato in apertura di incontro l'assessore Pierfrancesco Maran, intervenuto per portare i saluti della giunta cittadina a un evento che ha visto riuniti, in veste di relatori, rappresentanti dell'Agenzia Italiana del Farmaco, dell'Antitrust e della stessa Ema.

Anche Sergio Dompé, presidente dell'omonimo gruppo biofarmaceutico, ha voluto raggiungere il palco per un ringraziamento fuori programma, "alle nostre istituzioni per le modalità con cui l'Italia sta portando avanti questa candidatura". Che il traguardo sia raggiungibile, d'altra parte, lo dice lo stesso avvocato Raffaelli, parlando a LaPresse in veste di padrone di casa. "La città se lo merita, come il Paese. Il fatto che sia attrezzata l'ha dimostrato con Expo", evidenzia il legale, rimarcando come questo sia "il momento buono per dare all'Italia quella dimensione europea che si merita".