I carabinieri del nucleo investigativo di Roma e la guardia di finanza di Napoli hanno acquisito atti presso la sede Consip su delega della procura della Repubblica capitolina. Obiettivo la centrale acquisti della pubblica amministrazione. Secondo quanto si apprende, riguarderebbero le documentazioni della gara FM4, di 'facility management', ovvero servizi per la pa, al centro dell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'imprenditore Alfredo Romeo. La gara, del valore di 2,7 miliardi, venne bandita nel 2014 e suddivisa in 18 lotti, alcuni dei quali puntava ad aggiudicarsi Romeo. L'imprenditore prese parte alla gara per il lotto da 143 milioni di euro per l'affidamento di servizi in una serie di palazzi istituzionali a Roma, che andavano dalla pulizia alla manutenzione degli uffici.
PM VUOLE SENTIRE MARCO GASPARRI. La procura di Roma ha inoltre chiesto di sentire in incidente probatorio Marco Gasparri, il dirigente Consip le cui dichiarazioni sono al centro dell'indagine romana sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione. Gasparri, indagato per corruzione, è stato interrogato nei mesi passati dalla procura di Napoli e da quella di Roma. Obiettivo dei magistrati è "cristallizzare" le sue affermazioni sulle quali si basano, tra l'altro, tutte le accuse all'imprenditore Alfredo Romeo.
Per aggiudicarsi la gara FM4 Romeo, secondo quanto detto da Marco Gasparri ai pm, avrebbe corrotto il dirigente con 100mila euro in tre anni, affinché gli desse una serie di informazioni indispensabili per avere la meglio sugli altri partecipanti. Entrambi rispondono dall'accusa di corruzione. Un sistema quello di Romeo nel quale, secondo la ricostruzione di Gasparri, l'imprenditore riteneva indispensabile pagare, poiché, a suo dire, tutti lo facevano. Nell'indagine risultano indagati, per rivelazione di segreto d'ufficio il ministro dello Sport, Luca Lotti (all'epoca dei fatti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri), il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e il generale di brigata dell'Arma Emanuele Saltalamacchia. Rispondono di traffico di influenze il padre dell'ex premier Tiziano Renzi, il suo amico imprenditore Carlo Russo, e l'ex parlamentare e consulente di Romeo, Italo Bocchino.