Omicidio Epis: padre e figlio condannati in appello a 15 e 14 anni

Lo hanno deciso i giudici della prima Corte d'Assise e d'Appello di Milano

Sono stati condannati rispettivamente a 15 e 14 anni Gaetano e Mattia Teofilo, padre e figlio di 48 e 21 anni, accusati di aver ucciso il vicino di casa Stefano Epis all'alba del 10 marzo 2015. Lo hanno deciso i giudici della prima Corte d'Assise e d'Appello di Milano, che per entrambi non hanno riconosciuto valida l'aggravante dei futili motivi, ritenendo dunque che tra la vittima e i vicini ci fosse una situazione di esasperazione. In primo grado, invece, padre e figlio erano stati condannati a 30 anni di reclusione.

Epis, 48 anni, con un passato di tossicodipendenza alle spalle, abitava al piano inferiore rispetto alla famiglia Teofilo in un palazzo di edilizia popolare in via Gonin, in zona Lorenteggio a Milano. L'uomo, che faceva il magazziniere per una cooperativa e viveva da solo, si lamentava di continuo per i rumori che facevano i Teofilo, che avevano due figli piccoli e due cani di grossa taglia. Il clima tra Epis e i vicini era incandescente, tanto che la vittima aveva presentato ben tre denunce contro di loro.

All'alba del 10 marzo del 2015, Gaetano Teofilo, esasperato dall'ennesimo insulto da parte di Epis, per il sostituto pg Ciaravolo era sceso a casa sua con il figlio allora 18enne e insieme lo avevano colpito a morte con un martello e un coltello. Diversa la ricostruzione del figlio Mattia che, forse nel tentativo di scagionare il padre, in un primo momento aveva confessato di aver accoltellato il vicino. Una settimana dopo il delitto, però, aveva ritrattato dicendo che quando il padre era sceso al piano inferiore lui "dormiva". A quel punto Gaetano Teofilo ha cercato di addossarsi tutte le responsabilità. Il sostituto pg Nunzia Ceravolo aveva sollecitato una condanna a 18 anni per il padre e di 16 anni per il figlio, chiedendo anche lei alla Corte di non riconoscere l'aggravante dei futili motivi. Il difensore di Gaetano e Mattia Teofilo, l'avvocato Robert Ranieli, invece, ha cercato di differenziare le posizioni dei suoi assistiti. Per il padre ha proposto una condanna al minimo della pena, facendo leva sulle continue provocazioni e insulti che Epis lanciava ai vicini e ai loro figli e sui "livelli di stress altissimi" che c'erano nel palazzo. Per il figlio ormai 20enne, invece, ha sollecitato l'assoluzione perché la sua confessione "è assolutamente poco credibile". L'avvocato Ranieli ha anche citato una perizia firmata dal criminologo Gianvittorio Pisapia, che ha concluso come il ragazzo "abbia agito nella convinzione di proteggere il padre", tentando di addossarsi la responsabilità del delitto e abbia detto la verità solo in un secondo momento. Dopo la lettura della sentenza, Mattia Teofilo ha abbracciato il padre e si è messo a piangere prima di lasciare l'aula.