Sono stati sospesi dal servizio i tre carabinieri indagati per la morte di Stefano Cucchi. Una misura precauzionale presa dall'Arma dopo la richiesta di rinvio a giudizio arrivata dalla procura di Roma nei confronti dei tre militari indagati per omicidio preterintenzionale e abuso di autorità: Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro, Francesco Tedesco.
Tedesco risponde anche di falso nella compilazione del verbale di arresto e calunnia insieme al maresciallo Roberto Mandolini, all'epoca dei fatti a capo della stazione Appia, dove venne eseguito l'arresto. Vincenzo Nicolardi, anche lui carabiniere, risponde di calunnia con gli altri due, nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che vennero accusati nel corso della prima inchiesta sul caso.
La richiesta di rinvio a giudizio, partita dalla procura dieci giorni fa, apre la strada al quinto processo sulla morte di Cucchi, dopo quelli a medici e infermieri dell'ospedale Sandro Pertini, e alle tre guardie carcerarie inizialmente accusate del pestaggio ai danni del giovane.
"Stiamo valutando le misure processuali da adottarsi e non escludiamo di impugnare il provvedimento di sospensione dal servizio", annuncia a LaPresse Antonella De Benedictis, legale di Di Bernardo, evidentemente in disaccordo con il provvedimento.
Soddisfatta della decisione, invece, Ilaria Cucchi, che su Facebook scrive: "Apprendo la notizia che le tre persone coinvolte direttamente nel 'violentissimo pestaggio' (come definito dalla Procura di Roma) di Stefano Cucchi sono state sospese dall'Arma dei carabinieri". "Credo che questo sia giusto e sacrosanto proprio a difesa e a tutela del prestigio dell'Istituzione – aggiunge – Ora non potranno più nascondersi dietro una divisa che non meritano di indossare".