Hotel Rigopiano, abbraccio soccorritori-sopravvissuti: ha vinto la speranza

I salvataggi dall'hotel sommerso dalla neve

Una delle operazioni più incredibili e difficili della vita di un soccorritore, coronata da abbracci, applausi e un lieto fine che termina, almeno in alcuni casi, con diverse vite salvate. Marco Bini, vice brigadiere del Soccorso alpino della Guardia di finanza, definisce così l'impresa che, nella prima serata di venerdì, ha portato al recupero di 5 persone, ritrovate ancora vive all'hotel Rigopiano assieme ad altri 5 individui per cui sono in corso le operazioni di estrazione.

Il ritrovamento conferma quello che molti soccorritori dicevano già ieri: mai perdere la speranza, continuare a cercare. Tanto che si continuerà tutta la notte, aiutati non più dagli elicotteri ma dalle ambulanze. La priorità è stata data ai più piccoli: in mattinata sono stati estratti un bambino e una donna, mentre nel pomeriggio è stato il turno di altri tre minori.

Il bambino, tirato fuori tra applausi e pacche sulle spalle, era visibilmente scosso, ma forse più a livello psicologico che fisico. La donna, da quel che mostra un video girato dai vigili del fuoco, sembra esitare nell'abbandonare il luogo della tragedia: se, come sembra, è la moglie di Giampiero Parete, allora i suoi dubbi sarebbero legati al fatto che sotto le macerie sarebbe ancora rimasta la sua figlioletta di sei anni. Questa, sempre secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stata estratta nel pomeriggio.

Secondo quanto hanno riferito alcuni soccorritori, il primo gruppo di sei persone individuato si trovava nel vano cucina dell'albergo completamente sconvolto dalla slavina di mercoledì scorso, dove si faceva fatica a capire in quale settore e a quale altezza dell'edificio ci si trovava. "Stanno bene, erano in buone condizioni – racconta Bini – non credevano ai loro occhi, è stato bellissimo: più che le parole, hanno contato i loro volti".

Per trovarli, i soccorritori hanno provato urlando e cercando con i cani, ma era molto difficile individuarli: la neve attutiva suoni e rumori, sembra che loro sapessero che qualcuno li cercava, ma non riuscivano a farsi sentire. E' stato anche osservato del fumo, non è chiaro se i sopravvissuti avessero acceso un fuoco o si trattasse di un principio di incendio. In ogni caso, Bini spiega che si rischia di esaurire velocemente l'ossigeno, con fiamme in una bolla d'aria simile.

Difficilmente, poi, questo fuoco avrebbe scaldato. Ma, continua a spiegare Bini, paradossalmente la neve – con un effetto igloo – aiuta a mantenere un ambiente relativamente caldo, a patto di creare una "sacca d'aria". "In passato abbiamo salvato persone vittime di una slavina senza macerie, che erano all'interno di una sacca e vi erano rimasti per tre ore", dice.

Un altro soccorritore con specialità speleologica spiega che più di sacca d'aria si potrbbe parlare di una vera e propria camera, che si viene a creare con una parete che crolla sull'altra, permettendo di rimanere con una scorta sufficiente d'ossigeno e, in alcuni casi, anche di aperture che consentono di avere più aria. Ora si continuerà a cercare anche nei dintorni dell'hotel, perché "abbiamo visto pezzi di materassi anche a 300-400 metri di distanza dall'albergo: stiamo lavorando sia dove era l'hotel sia dove la valanga è scesa".

Prima di tornare al lavoro, il soccorritore lancia un appello ai giornalisti: è importante dare informazioni con cautela. "Se non sono precise, possono far male – dice -: vogliamo dare informazioni precise e, soprattutto, non dare a queste persone un doppio dolore".