"Lei è andata a dormire e io sono rimasto in salotto a finire la cocaina. Mi è venuto un attimo di 'schizzo', ho preso una bottiglia e l'ho colpita mentre lei stava dormendo. Prima di colpirla mi ero levato i vestiti per non sporcarmi. Ero rimasto in mutande". E' la confessione di Leonardo Marcarelli, 32 anni, fermato per l'omicidio della 54enne Tiziana Pavani, segretaria di un asilo in zona Baggio, a Milano. Il giovane, "oltre a un rapporto di conoscenza, aveva una relazione saltuaria con la donna che avrebbe voluto chiudere", ha detto oggi il capo della squadra mobile, Lorenzo Bocussi. Le ragioni del gesto, secondo gli inquirenti, un credito vantato nei confronti della vittima.
L'uomo, con problemi di tossicodipendenza, ha confessato nella tarda serata di ieri. Ha raccontato di averle prestato 2.540 euro che temeva di non riavere più indietro. Il 32enne ha colpito la donna tre volte con una bottiglia piena (che non si è rotta) che aveva trovato in casa. Ha portato via due cellulari della vittima e un bancomat, usato subito dopo l'omicidio, di cui si è liberato nei cestini della zona.
PRIMO APPROCCIO SUL WEB "L'ho conosciuta – ha detto Marcarelli agli inquirenti – sul social network Badoo e tramite amicizie comuni. La frequentavo due weekend al mese. I rapporti erano di amicizia e anche di sesso occasionale. Lei mi aveva anche trovato un lavoro presso una ditta di pulizie". Il presunto killer avrebbe ucciso la donna sotto l'effetto della cocaina. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 32enne avrebbe colpito nel sonno la donna, trovata morta giovedì pomeriggio nel suo appartamento in zona Baggio a Milano. A lanciare l'allarme giovedì pomeriggio un vicino che sentiva un forte odore di gas provenire dall'appartamento della donna. Dopo lo "schizzo", come l'ha definito lui stesso, il giovane, sotto l'effetto di droga, infatti, ha lasciato il gas aperto nel tentativo goffo di cancellare le prove.
L'OMICIDIO E POI IL PRELIEVO AL BANCOMAT L'uccisione risalirebbe alle 4.30-5 del mattino. La segretaria era già a letto, mentre il giovane si era fermato nel salotto e quella sera ha raccontato di aver consumato due dosi di cocaina, in totale due grammi, prima di colpire a morte la donna. Sul suo corpo, trovato in un lago di sangue, c'era anche un cuscino, premuto sul viso per assicurarsi che morisse. Dopodiché il giovane ha portato via due cellulari e un bancomat, che ha usato intorno alle 5.30. Il pin è stato trovato fra i documenti della donna, dentro casa, e fotografato con il cellulare dal 32enne. Sono state proprio le immagini delle telecamere di videosorveglianza del bancomat ad aiutare la polizia a chiudere il caso. Perché l'uomo, durante il secondo interrogatorio che l'ha portato alla confessione, indossava le stesse scarpe e il giubbino che aveva al momento del prelievo. La tessera del bancomat, intestata alla vittima, è stata trovata tagliata in un cestino vicino all'appartamento in cui abitava l'uomo, sempre in zona Baggio a Milano. I soldi prelevati al bancomat "li ho spesi – ha aggiunto Marcarelli – tutti il giorno dopo in gratta e vinci, birra, macchinette slot machine e un paio di ricariche del telefono. Ad oggi non ho più nulla di quei soldi". "Solo io ho fatto uso di cocaina. Sono in cura al Sert da 4 o 5 mesi a causa di un tentativo di suicidio. Sono anche stato ricoverato in psichiatria", ha confessato il giovane, che ha tentato in passato più volte il suicidio.
"Non ho mai seguito le prescrizioni mediche. Mi veniva la depressione dopo che finiva l'effetto della cocaina. Nell'ultimo episodio, circa una settimana fa, Tiziana mi ha trovato in strada che stavo male", ha raccontato il 32enne. Ora è a San Vittore con l'accusa di omicidio volontario e rapina. "Gli uomini della squadra mobile in 48 ore hanno risolto con grande tenacia il giallo. È stata un'operazione giocata sulla tenacia della raccolta di indizi, dell'individuazione del possibile assassino, tra le frequentazioni della donna", ha detto il questore Antonio De Iesu, che ha parlato anche di "elevato feeling investigativo" con la procura di Milano.