Sono passati cinque anni dalla tragica notte del 13 gennaio, quando la nave da crociera Costa Concordia urtò gli scogli de Le Scole davanti all'isola del Giglio. A bordo della Concordia, salpata da Civitavecchia per Savona, c'erano 4.229 persone (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio): in 32 persero la vita, 157 i feriti. Per il disastro è stato condannato in primo grado il comandante Francesco Schettino a 16 anni e un mese. Disposta anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e per 5 anni come comandante di nave. L'accusa aveva chiesto 27 anni.
ATTESA PER CASSAZIONE. I reati per cui è stato riconosciuto colpevole sono stati: disastro colposo, omicidio plurimo colposo e abbandono di persone minori o incapaci. La pena è stata confermata in appello il 31 maggio scorso con in più il divieto, per 5 anni, di praticare qualsiasi professione marittima. Si attende ora la Cassazione a cui ha fatto ricorso la difesa di Schettino, chiedendo l'annullamento della sentenza. La Suprema corte ha fissato l'udienza al 20 aprile 2017. Gli avvocati sostengono che sarebbero stati sottovalutati gli errori di altri ufficiali e del timoniere. Ancora aperto, inoltre, per la Costa Crociere, il capitolo dei risarcimenti ai passeggeri e ai membri dell'equipaggio: al momento non sono stati liquidati tutti e alcune somme non sono state nemmeno definite.
IL RICORDO. In ricordo di quel disastro all'isola del Giglio si è tenuta la messa di suffragio alle ore 11 nella chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano officiata dal parroco di Giglio Porto don Lorenzo Pasquotti. A Punta Gabbianara, invece, c'è stata la posa di una corona di fiori in mare in memoria dei naufraghi. Le vittime saranno ricordate in serata anche con una fiaccolata fino alla lapide al molo rosso che testimonia il disastro. In forse, per le condizioni metereologiche, la 'tufata' delle sirene delle imbarcazioni. Una tragedia, quella della Concordia, che, come scrive l'amministrazione comunale, "ha segnato profondamente ed in maniera indelebile il tessuto sociale isolano".
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SLOANE: CI UNIAMO AI GIGLIESI. "Così come voi ricordate la tragedia di cinque anni fa, della fatidica notte quando la Costa Concordia colpì gli scogli (de Le Scole) e si incagliò sulla Punta della Gabbianara, lasciateci unirci a voi nel ricordare coloro che hanno perso la loro vita in quella tragica notte e durante i successivi trenta mesi delle operazioni di rimozione". Lo scrive in una lettera indirizzata agli abitanti del Giglio Nick Sloane, l'ingegnere sudafricano che fu il responsabile del team durante le operazioni di parbuckling e del trasferimento a Genova del relitto della Costa Concordia. "Credo che sia stato soltanto grazie ad un intervento divino dall'alto che la Concordia si sia così precisamente ancorata sugli scogli di Punta Gabbianara rendendo possibile il salvataggio di molte altre centinaia o migliaia di vite".
"Ci corre l'obbligo di ricordare anche le azioni della gente del Giglio, in quella prima notte in cui l'eroismo, l'empatia e l'umanità sono venuti alla ribalta, quando il popolo gigliese ha aperto il cuore, le case e le anime ai sopravvissuti ed alle squadre di soccorso", prosegue Sloane. "In tutti i trenta mesi successivi in cui le grandi squadre di salvataggio internazionali hanno invaso la vita della comunità gigliese, siamo stati trattati con tanta amicizia e tanto amore. Un vero esempio – scrive ancora – che merita una riflessione di come una comunità ha saputo riunirsi e lavorare all'unisono per aiutare a risolvere la tragedia e il conseguente problema di limitarne i danni".
"So per certo che nessuno delle 500 persone intervenute, appartenenti a 26 diverse nazionalità, potrà mai dimenticare la tragedia e coloro che hanno perso la vita. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con voi e con tutte le famiglie che in questo momento soffrono per loro", sottolinea l'ingegniere. Sloane conclude con una citazione di Nelson Mandela: "Ogni cosa sembra essere impossibile, e poi alla fine viene fatta".