Saronno, tace primario pronto soccorso. Parla medico esposto anonimo

Senza sosta il lavoro degli investigatori che indagano sulle morti sospette all'ospedale del comune lombardo

Prosegue senza sosta il lavoro degli investigatori che indagano sulle morti sospette all'ospedale di Saronno. Dopo gli interrogatori di garanzia dei due arrestati,  davanti agli inquirenti sono sfilati nella giornata di sabato alcuni degli indagati, accusati a vario titolo di omissione di denuncia e favoreggiamento nei confronti del medico anestesista Leonardo Cazzaniga, sospettato di aver ucciso quattro pazienti in corsia, e dell'infermiera Laura Taroni, sotto inchiesta per la morte del marito.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Nicola Scoppetta, il primario del pronto soccorso di Saronno indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. A quanto si apprende, il medico non si è presentato in caserma a Saronno dove era stato convocato, a seguito di precisi accordi con la Procura di Busto Arsizio. Secondo gli inquirenti, il primario in "qualità di pubblico ufficiale, ometteva di denunciare all'Autorità giudiziaria o ad altra autorità" i reati commessi da Cazzaniga "di cui aveva avuto notizia nell'atto e a causa delle sue funzioni" e perché "omettendo di denunciare" l'anestesista e "comunicando agli infermieri dai quali proveniva la segnalazione sui trattamenti trerapeutici somministrati da Cazzaniga che la condotta del medico era da considerarsi corretta e che non vi era alcun nesso di causalità tra i farmaci infusi dal medico e la morte dei pazienti, aiutava il medesimo Cazzaniga ad eludere le investigazioni".

Si è avvalso della facoltà di non rispondere anche Fabrizio Frattini, medico anestesista responsabile dell'Unità di emergenza urgenza, indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. Il professionista, componente della commissione interna all'ospedale di Saronno a cui arrivarono le denunce degli infermieri sul presunto comportamento illecito del medico anestesista arrestato Leonardo Cazzaniga, si è presentato in caserma a Saronno nel primo pomeriggio, accompagnato dal suo avvocato Gianluigi Tizzoni, dove ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti.

Si è presentata spontaneamente ai carabinieri, invece, la dottoressa Elena Soldavini, indagata per omessa denuncia perché non avrebbe presentato un formale esposto di quanto sarebbe venuta a conoscenza sulle morti sospette dei familiari dell'infermiera arrestata. La Soldavini sarebbe l'autrice, insieme ad un'infermiera, di un esposto anonimo depositato ai carabinieri di Cantù sulle morti sospette nella famiglia di Laura Taroni. Secondo le carte giudiziarie è stata intercettata mentre commentava con un'altra infermiera un episodio ritenuto significativo dagli inquirenti, per dimostrare che Leonardo Cazzaniga avrebbe utilizzato un proprio campione di sangue, che si è prelevato da solo, per poi spacciarlo come quello del marito dell'amante Laura Taroni. La dottoressa Soldavini non era stata convocata, ma ha voluto rendere dichiarazioni spontanee e chiarire la sua posizione.