Rocco Schirripa, il panettiere accusato di essere l'esecutore materiale dell'omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia, freddato a colpi di pistola nel 1983, è stato scarcerato con un 'ordinanza della Corte d'Assise di Milano per un errore procedurale ma è stato subito sottoposto a un fermo disposto dal pm Marcello Tatangelo, titolare delle indagini. "Schirripa, che si trovava nel carcere di Opera, alle porte di Milano, di fatto non è nemmeno uscito dal carcere", ha spiegato l'avvocato Basilio Foti che lo difende con il collega Mauro Anetrini. La Procura di Milano tenta di rimediare all'errore procedurale che nell'udienza di domani, davanti alla Corte d'Assise di Milano, azzererà il processo a Rocco Schirripa, il panettiere di 63 anni ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio di Caccia. Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e il pm Marcello Tatangelo, infatti, hanno chiesto alla sezione gip del Tribunale di Milano di riaprire l'indagine a carico di Schirripa, che era stata archiviata nel 2001. Fascicolo del quale Boccassini e Tatangelo, titolari della nuova indagine avviata nel 2015 a carico di Schirripa, per una "svista" non avevano tenuto conto, iscrivendo ex novo il panettiere nel registro degli indagati.
Un errore procedurale non sanabile, che rende di fatto nulle tutte le prove raccolte dopo il 26 novembre dello scorso anno, momento in cui Schirripa è stato formalmente indagato. La Procura però conta di proseguire le indagini grazie alle prove e alle intercettazioni, effettuate grazie a intrusioni informatiche negli smatphone e nei tablet della cerchia del boss Domenico Belfiore, già condannato in via definitiva come mandante del delitto Caccia e scarcerato per ragioni di salute. Nel frattempo, però, appena la Corte d'Assise ha accolto la richiesta di scarcerazione, avanzata sabato scorso dal pm Tatangelo, e ha rimesso in libertà l'imputato, è stato eseguito contemporaneamente un fermo d'urgenza per trattenerlo in carcere.