Inneggiava a Daesh e aspirava al martirio, Gafurr Dibrani, il kosovaro di 24 anni residente nella bassa Bresciana. Arrestato oggi dalla polizia di Stato per apologia e istigazione al terrorismo, per lui l'aggravante è di aver fatto propaganda su internet. Viveva a Fiesse, comune di pianura con 2mila abitanti in provincia di Brescia, e oltre a lodare l'Isis ed esaltare la 'guerra santa', stava anche radicalizzando il figlio di pochi anni. Sui social lo chiamava 'piccolo leoncino', appellativo con cui i terroristi indicano i bambini dello Stato islamico.
Le manette sono scattate stamane: è intervenuta la Digos eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla gip di Brescia Alessandra Sabatucci. L'indagine, coordinata dalla Dda della procura della Repubblica di Brescia, nasce dal costante monitoraggio del servizio Antiterrorismo della direzione centrale polizia di prevenzione. L'operazione che ha fatto scattare le manette ai polsi del presunto terrorista si chiama 'Tut elimi', detto turco che significa 'prendi la mia mano'.
Su internet Gafurr Dibrani pubblicava video ed immagini raffiguranti minori addestrati alla jihad: bambini ripresi mentre attivavano, in contesti bellici, congegni esplosivi contro gli 'infedeli'. In uno di questi un bambino di cinque anni aziona una bomba facendo esplodere una macchina con all'interno dei prigionieri. Ed è sempre online che il kosovaro mostrava la sua solidarietà verso noti terroristi detenuti. Tra loro anche Shukri Aliu, arrestato in Kosovo ed estradato in Macedonia; Shefqet Krasniqi, finito in manette in Kosovo nel settembre 2014; Rexhepi Memishi, arrestato in Macedonia nell'agosto 2015; Zeqirja Qazimi arrestato in Kosovo per terrorismo e reclutamento.