Ilaria Cucchi: No morte per epilessia, riconosciute fratture

La sorella di Stefano commenta i risultati della perizia dell'inchiesta bis

"Non è il giurista Introna a definire il nesso causale ma saranno i magistrati della procura ed i giudici". Così Ilaria Cucchi, in un post su Facebook, commenta i risultati della perizia richiesta dal gip di Roma nell'ambito dell'inchiesta bis sulla morte del fratello, Stefano. Secondo i periti il pestaggio subito dal giovane non ne avrebbe provocato la morte.

"È evidente che se Stefano fosse morto di epilessia, come ipotizzato nella perizia – scrive Ilaria – secondo quanto dicono gli stessi periti ciò sarebbe stato possibile in funzione delle condizioni fortemente debilitate dalla sua magrezza e dalle lesioni subite nel pestaggio".

 

"Il perito Introna – prosegue Ilaria – tenta di scrivere la sentenza finale del processo per i responsabili del violentissimo pestaggio a mio fratello. Riconosce 'bontà sua' la frattura di L3 da noi per sette anni sostenuta e riconosciuta dai pm, poi alza una cortina di fumo dicendo che è impossibile determinare con certezza una causa di morte di Stefano".

"Raffreddo gli entusiasmi di coloro che si fanno forza di una presunta morte per epilessia – sostiene Ilaria – facendo notare che i periti non sono nemmeno d'accordo con loro stessi sull'effettiva assunzione della terapia anti epilettica da parte di Stefano, che sarebbe l'elemento centrale per arrivare, a dir loro, a quella causa di morte. Infatti, mentre a pagina 196 della perizia sostengono che 'non è verosimile che Cucchi abbia assunto una terapia anti epilettica', a pagina 186 invece avevano scritto che aveva preso le medicine".

"Gli unici dati oggettivi scientifici che la perizia riconosce sono – conclude – il riconoscimento della duplice frattura della colonna e del globo vescicale che ha fermato il cuore. Con una perizia così ora sappiamo che finalmente abbiamo ottime possibilità di vedere processati gli indagati per omicidio preterintenzionale. Con buona pace dei medici e degli infermieri che vengono continuamente assolti".