Trent'anni di carcere. Questa la richiesta di condanna della procura di Ragusa per Veronica Panarello, la madre del piccolo Loris Stival, ucciso il 29 novembre 2014 a Santa Croce di Camerina, nel Ragusano, e abbandonato in un canale. Il sostituto procuratore Marco Rota ha condotto la requisitoria in aula, nel corso del processo con rito abbreviato, ricostruendo anche il contesto psicologico in cui si è verificato il dramma. Rota ha definito Veronica una madre “egocentrica e bugiarda”. La donna, che è accusata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, ha indicato il suocero Andrea quale esecutore materiale del delitto, compiuto secondo a suo dire per impedire che il piccolo potesse rivelare la relazione sentimentale tra i due. “Vi è una inversione del ruolo tra la madre, che deve essere di sostegno al figlio, e in questo caso il figlio, che dà forza e sostegno alla madre. È chiaramente un rapporto patologico, un rapporto che probabilmente avrà avuto la sua influenza nella genesi del delitto”, ha detto ai microfoni del TgR Sicilia Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, padre del piccolo Loris.