L'arrivo in procura della documentazione inviata dalla commissione parlamentare Ecomafie su Paola Muraro avrebbe dato nuovo impulso alle indagini della procura sui rifiuti di Roma, creando nuovi imbarazzi nella giunta guidata da Virginia Raggi.
La trascrizione dell'audizione dell'assessora all'ambiente in commissione è arrivata qualche giorno fa sul tavolo del pm Alberto Galanti, insieme al dossier di 1040 pagine confezionato da Muraro in occasione dell'audizione: centinaia di email, schede, documenti e relazioni, sui dodici anni di lavoro di Muraro in Ama con un'attenzione particolare al biennio 2013-2015, già oggetto dell'inchiesta della procura. Proprio la delicatezza delle informazioni contenute nella relazione avrebbero convinto la commissione Ecomafie a secretare il materiale consegnato da Muraro e ora oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti.
Chi indaga va sempre più a fondo nei rapporti tra l'assessora e l'azienda dei rifiuti, a cominciare da quelli con Giovanni Fiscon, ex direttore generale e oggi imputato nel processo di Mafia Capitale. Il legale di Fiscon sottolinea che l'ex dg aveva rapporti con Muraro esattamente come ne aveva con gli altri lavoratori dell'azienda. Ma è evidente che Muraro non abbia mai avuto rapporti idilliaci con altri responsabili aziendali, a cominciare dall'ex amministratore delegato Ama, Daniele Fortini. I rapporti tra l'ex ad dell'azienda municipalizzata dei rifiuti e l'assessora sono stati a dir poco conflittuali, fino alla rottura del 25 luglio scorso, quando lei si presentò senza preavviso, e con tanto di diretta streaming al seguito, nella sede dell'Ama chiedendo a gran voce chiarimenti sulla mala gestione della raccolta della spazzatura nelle strade capitoline e sul perché del mancato utilizzo del tritovagliatore di Rocca Cencia.
L'episodio accelerò le dimissioni che Fortini aveva già presentato subito dopo l'elezione di Virginia Raggi. I carabinieri del Noe passano al setaccio, in questi giorni tutt'a la documentazione acquisita sullo smaltimento dei rifiuti e in particolare sul sito di smaltimento di Rocca Cencia.
Muraro da consulente dell'Ama aveva la responsabilità di controllo sui rifiuti in entrata e uscita degli impianti per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti (tmb), tra cui quello di Rocca Cencia, il cui funzionamento nel biennio 2013/15 è proprio al centro delle verifiche. Ogni giorno nuovi tasselli si aggiungono all'indagine nella quale, dopo una prima fase concentrata su ipotesi di reati ambientali, sarebbe emersa quella dell'abuso d'ufficio.