Nelle chiese italiane 15mila musulmani per la pace e il dialogo

Papa Francesco ribadisce: "Non è giusto e non è vero identificare il terrorismo con l'islam"

Nel giorno in cui musulmani e cristiani si abbracciano nello stesso tempio, a esorcizzare la "guerra di religione" che qualcuno ha paventato dopo l'uccisione di padre Jacques Hamel a Saint-Etienne-du Rouvray, Papa Francesco ribadisce con forza: "Non è giusto e non è vero identificare il terrorismo con l'islam". Parla sul volo di rientro dalla Polonia, dove ha partecipato alla Gmg e ricorda che ci sono tante morti, anche in Italia, per mano di cristiani: "Se dovessi parlare di violenza islamica dovrei parlare anche di violenza cristiana". Una cosa è vera per il Papa: "Credo che in quasi tutte le religioni ci sia un piccolo gruppetto fondamentalista, anche noi lo abbiamo. Quando il fondamentalismo arriva uccide, ma si può uccidere con la lingua e anche col coltello".

IN RICORDO DI PADRE HAMEL. Nella cattedrale di Rouen, capoluogo normanno, circa 2mila cattolici e oltre un centinaio di musulmani hanno partecipato insieme alla messa celebrata in ricordo di padre Hamel, sgozzato martedì in una chiesa. I fedeli dell'Islam hanno così risposto all'appello del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), associazione che rappresenta i musulmani di Francia e che venerdì aveva invitato a recarsi in chiesa in segno di "solidarietà e compassione" dopo "il vile assassinio" di padre Hamel. La cerimonia è stata celebrata da monsignor Dominique Lebrun, arcivescovo di Rouen. "Questa mattina accogliamo particolarmente i nostri amici musulmani", ha detto all'inizio della celebrazione. "Hanno voluto farci visita questa mattina. Vi ringrazio a nome di tutti i cristiani", ha aggiunto.

CHI PARTECIPA (E CHI NO). E i musulmani dello Stivale? Il presidente della Comunità del Mondo arabo in Italia (Comai), Foad Aodi, ha detto che a livello nazionale almeno 15mila fedeli musulmani si sono recati in chiesa, seguendo il suo invito. D'altro canto, nella capitale, il giornalista e portavoce della Grande Moschea di Roma, Omar Camilletti, ha preferito non partecipare ad atti che considera "più spettacolari che sostanziali", lanciando comunque un appello a stabilire un dialogo che sia "duraturo".

GENTILONI: GRAZIE. SALVINI: ILLUSI. L'atto di unire le fedi sotto lo stesso tetto, carico di simboli, ha portato a reazioni opposte. "Grazie a tutti quegli italiani di religione islamica che indicano alle loro comunità la via del coraggio contro il fondamentalismo", scrive su Twitter il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. E, a chi sostiene che "dovrebbero farlo tutti (i musulmani), non solo alcuni", risponde: "Chi comincia ad esporsi merita apprezzamento". Diversa la posizione del leader leghista Matteo Salvini.
"Qualcuno è felice perché qualche islamico oggi va a Messa. Poveri illusi", scrive su Facebook. "Si vadano a leggere la Dichiarazione Islamica dei diritti dell'uomo del 1981 o la Dichiarazione del Cairo dei diritti umani dell'Islam del 1990 – prosegue Salvini -. La 'legge islamica' prevale su tutto e tutti, il resto sono palle. Oggi l'Islam non è compatibile con le nostre libertà e i nostri diritti. Chi non lo capisce o è illuso, o è ignorante, o è complice".

RISCHIO ISIS, ESPULSO PACHISTANO. Ad alimentare la tensione è arrivata poi la notizia di un'espulsione firmata dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. Si tratta di un giovane di ventisei anni, residente a Milano, rintracciato a seguito di una complessa attività di indagine che ha rilevato un processo di radicalizzazione – di tipo jihadista – già in atto.
Il suo comportamento "era stato ritenuto particolarmente pericoloso perché, oltre a rispondere a un profilo di radicalizzato, tratteggiava una persona molto attiva su internet, in piena linea con lo schema di violenza diffuso da Isis via web, impegnato nel proselitismo nei confronti persino di sua moglie", spiega lo stesso Alfano.