"Siete capaci di azioni grandiose". "Non c'è niente di più bello che contemplare i desideri, l'impegno, la passione e l'energia con cui tanti giovani vivono la vita". Al suo primo incontro diretto con i giovani della Gmg di Cracovia, Papa Francesco non smette di incoraggiare i ragazzi a sognare e a "opporsi a tutti coloro che dicono che le cose non possono cambiare".
Li raggiunge in modo scenografico, a bordo di un tram ecologico, dopo aver ricevuto le chiavi della città dal sindaco. Una scena inedita, ma che non stupisce se associata all'ex arcivescovo, che a Buenos Aires viaggiava in metropolitana ogni giorno. Sul tram, che viaggia con l'indicazione 'Tram del Papa', c'è un gruppo di ragazzi disabili che Bergoglio saluta singolarmente durante il viaggio.
Loro, i ragazzi, hanno invaso Cracovia: vengono dai cinque continenti, da 187 Paesi diversi, soltanto sei in meno di quelli che sono rappresentati alle Nazioni unite. I prati di Blonia a Cracovia, 48 ettari di parco, sono uno stuolo di bandiere sventolanti. E sventolano anche quelle che fino a poco tempo fa non ci si sarebbe immaginati di vedere in un raduno cattolico, come la bandiera cinese: "Siamo molti. Non ancora così numerosi come gli altri gruppi, ma aumentiamo di volta in volta. La speranza è quella di vedere Papa Francesco in piazza Tienanmen, a Pechino, il prima possibile, sarebbe un messaggio fortissimo", dice a LaPresse una suora missionaria che accompagna un gruppo di adolescenti venuti ad ascoltare "il nostro Papa".
Il richiamo a Giovanni Paolo II, che è stato l'ideatore delle Giornate mondiali della gioventù, è costante. E, tuttavia, "per noi giovani polacchi non si può fare un paragone – commenta Diana, 20enne volontaria che viene dai confini con la Bielorussia -. Papa Wojtyla è stato molto amato, ma quando è morto eravamo piccoli, è Francesco il Papa della nostra vita. E lo sentiamo molto vicino a noi perché parla in maniera semplice ma diretta. Quando parla, sentiamo che parta anche per noi".
"Mi conforta il cuore, vedervi così esuberanti" dice Francesco a una folla in festa. "La Chiesa oggi vi guarda, il mondo oggi vi guarda e vuole imparare da voi", perché la misericordia "ha il volto giovane" e i cuori misericordiosi hanno il coraggio di "lasciare le comodità", sanno "essere un rifugio per chi non ha mai avuto una casa o l'ha perduta", per chi è dovuto emigrare, sanno "condividere il pane con chi ha fame", e giunge al punto: si aprono per "ricevere il profugo e il migrante".
Per questo li invita, come ha fatto più volte, a non 'pensionarsi' prima del tempo: "Mi preoccupa vedere giovani che hanno gettato la spugna prima di iniziare la partita. Che si sono arresi senza aver cominciato a giocare. Che camminano con la faccia triste, come se la loro vita non avesse valore". Allo stesso tempo, però, la preoccupazione è che i ragazzi non si lascino attrarre da quelle che chiama "vertigini oscure", che finirebbero per pagare care: "Fa pensare quando vedi giovani che perdono gli anni belli della loro vita e le loro energie correndo dietro a venditori di false illusioni (nella mia terra natale diremmo 'venditori di fumo') che vi rubano il meglio di voi stessi".
Infine, non è mancato l'invito che Papa Francesco rivolge al mondo quasi quotidianamente, quello a lanciarsi "nell'avventura di costruire ponti e abbattere muri; nell'avventura di soccorrere il povero, chi si sente solo e abbandonato, chi non trova più un senso per la sua vita" e di spingersi "all'ascolto di coloro che non comprendiamo, di quelli che vengono da altre culture, altri popoli, anche di quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male".