Stilettate al Movimento 5 Stelle, un pizzicotto a Giorgio Airaudo e un assist a Piero Fassino, "riferimento importante per chi guida la segreteria del Pd". Il premier Matteo Renzi, nella sua tappa torinese in un affollato Teatro Alfieri per un incontro pubblico a sostegno del mandato bis per l'attuale primo cittadino sotto la Mole, spazia dai temi nazionali alle questioni locali, senza dimenticare la strategia antigufi e l'invito ad andare al voto in una città dove l'M5S punta al colpaccio con la 31enne Chiara Appendino.
"Noi siamo l'unico partito che non butta fuori chi la pensa in maniera diversa, siamo una comunità e non un insieme indistinto di persone. Qui nessuno manda mail anonime, (il riferimento è al caso Pizzarotti a Parma, ndr), da altre parti qualcuno dice arriverà una mail con la squadra: più che pentastellati sembrano un pentapartito", attacca subito il segretario Pd tra gli applausi in platea. Poi rilancia: "Qualcuno pensa che l'Italia sia la Wikipedia delle sfighe, qualcuno intimanente gode di una notizia negativa. Qui quando il cambiamento è arrivato si sono tirati su le maniche, noi di fronte alle difficoltà cerchiamo di risolverle, altri gufano e tifano contro l'Italia. Noi stiamo portando l'Italia fuori dalla palude grazie all'esempio di città come Torino".
Renzi si rivolge a chi ha deciso di correre contro Fassino come segnale contro il premier: "Se Airaudo e Landini avessero avuto ragione la Fiat non sarebbe più a Torino, noi abbiamo avuto ragione, non loro. Oggi la Fiat da Torino è un grande gruppo mondiale, producono le jeep in Basilicata". Nel finale del suo intervento arriva anche l'assist, per usare un gergo calcistico caro all'ex sindaco di Firenze, per Fassino: "Lui era un incubo della segreteria. Uno che lavora più di Fassino non lo trovi, poi si è messo in gioco in un momento non semplice. Io sono un esperto di rotture, posso fare da advisor, la rottamazione si fa quando quelli di prima creano la palude, quando ti fanno perdere l'orgoglio. Qui c'è l'orgoglio di aver visto risultati concreti, in questa storia Fassino è entrato rimettendosi a girare – ha spiegato – C'è bisogno di una Torino che faccia la capitale, Torino è una capitale del cambiamento. Facciamo sì che sia sempre una sorpresa, aumentiamo il livello di politica".
Dal palco l'attuale sindaco ringrazia e rilancia la sua ricetta: "La continuità non è un disvalore. Qui da vent'anni tre sindaci lavorano assieme ad un medesimo progetto, una città non si cambia in 3 anni, la continuità in questa città è un valore. Quello che chiediamo è di non fermare questo processo che ha cambiato la città, diventata un riferimento in tantissimi campi". A fargli eco proprio il predecessore e attuale governatore del Piemonte Sergio Chiamparino: "Senza Fassino la città sarebbe crollata e ceduta su se stessa. Sono sicuro che già domenica notte Torino avrà il suo sindaco. Io ringrazio Renzi per essere qui, Torino sarà un punto di forza per questa tornata amministrativa e sarà un punto di forza per il cambiamento che sta portando avanti Renzi in Italia e in Europa. Forza Matteo e forza Piero".