I soccorritori hanno portato in salvo oltre 13mila profughi in arrivo da Paesi del centro Africa, Eritrea e Siria
E' un tragica emergenza senza fine quella che in queste ore vive il Mar Mediterraneo dove il lavoro senza sosta dei soccorritori ha portato in salvo oltre 13mila migranti nell'ultima settimana, ma non è servito a evitare la morte di oltre 700 persone. Tra le vittime, secondo l'Alto commissariato per i rifugiati dell'Onu e Medici senza frontiere, ci sarebbero anche decine di bambini. Almeno tre i naufragi, in uno dei quali sarebbero morte 550 persone. Al lavoro tutte le unità della guardia costiera con le missioni internazionali e i tanti mercantili che vengono dirottati, quando serve aiuto per i soccorsi. La guardia costiera coordina le operazioni dalla centrale operativa di Roma e da lì smista le navi con a bordo i migranti facendole dirigere di volta in volta in Sicilia, Calabria, Puglia, a seconda delle esigenze. I profughi arrivano prevalentemente da paesi del centro Africa, Eritrea e Siria: arrivati a terra vengono visitati e identificati prima di essere trasferiti in altri centri.
La giornata di ieri si è aperta con l'arrivo a Reggio Calabria della nave Vega della marina militare: a bordo 629 profughi e 45 salme. Di ora in ora è cresciuto il numero delle persone salvate ma anche il bilancio delle vittime. Intanto la polizia di Ragusa ha fermato a Pozzallo quattro presunti scafisti (uno minore), per tre imbarcazioni cariche di 700 migranti salpate dalla Libia. Uno di loro è indagato anche per la morte di oltre 400 migranti affondati insieme a un barcone del quale era responsabile.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l'uomo, un cittadino del Sudan di 29 anni, conduceva un barcone con 500 migranti a bordo e ne trainava un altro con altri 500. A provocare il naufragio, sarebbe stata la scelta dell'uomo di tagliare la fune quando il peschereccio trainato ha iniziato a imbarcare acqua. Il peschereccio è affondato velocemente con 300 migranti in stiva e 200 caduti in mare, dei quali solo 90 sono stati messi in salvo. Inoltre la fune tagliata dal sudanese è rimbalzata come una molla uccidendo una donna, il cui cadavere è stato recuperato. Proprio grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, la squadra mobile di Ragusa è riuscita a identificare i quattro che fanno salire a 62 il numero degli scafisti fermati nel 2016, 19 dei quali minori.
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