Apre il gas per ‘difendere’ la sua casa: ricoverata l’ex moglie di Schillaci

Solo pochi giorni fa aveva annunciato di non voler fermare la sua battaglia contro lo sfratto deciso dal giudice per un debito

"Non ce ne andiamo da qui. Se vogliono portarci via da questa casa dovranno arrestarci tutti. Anzi, per quanto mi riguarda, mi dovranno sparare". Lo raccontava, pochi giorni fa, Rita Bonaccorso, ex moglie di Totò Schillaci, annunciando di non voler fermare la sua battaglia contro lo sfratto deciso dal giudice per un debito. La donna questa notte ha tentato il suicidio e dalle 4 è ricoverata in ospedale a Palermo. Avrebbe aperto il gas della sua casa minacciando di farla esplodere. Una vicenda che sembra la copia di quanto accaduto accaduto lo scorso autunno, quando fu ricoverata per lo stesso motivo. Ad ottobre 2015 salì sul tetto con una tanica di benzina per impedire l'ingresso agli ufficiali giudiziari. A gennaio la Cassazione ha stabilito che Rita Bonaccorsi deve risarcire i creditori per una vicenda datata 1992 e la casa, valutata circa 2 milioni di euro, servirebbe proprio a ripagare il debito. 

Ma perché l'ex di Schillaci è arrivata a questo punto? Nel 1992 la donna aveva 25 anni ed era sposata con il campione. Rita conobbe una 45enne che faceva la gioielliera e le due diventarono amiche. Poco dopo la storia con Totò finì e Rita accettò di fare la testimonial nel negozio dell'amica "per attirare – raccontò tempo fa – tanti calciatori". 

Poco tempo dopo Bonaccorso spiegò: "siamo andati a una fiera orafa e lei mi ha presentato a uno stand come la sua socia. Io non lo ero affatto, ma per educazione non ho detto nulla e tutto è finito lì". La gioiellieria subì poi una rapina e "la donna – riferì Rita a 'Domenica Live' – viene dichiarata fallita nel 1994. Dopo due anni il tribunale di Torino mi estende il fallimento come socia apparente. Dopo 4 anni vengo assolta dal fallimento, ma nel frattempo mi vengono sequestrati tutti i conti. Io, però, ero del tutto estranea: non ero iscritta alla Camera di commercio, ero una casalinga, non sono mai stata socia della gioielleria". Bonaccorso assicurò di non aver mai firmato alcun documento, ma ora è costretta a pagare i debiti di qualcosa di cui lei, ribadì, "non sapeva nulla".

In tutti questi anni Schillaci ha sempre difeso l'ex moglie, anche per il bene dei figli Jessica e Mattia. In una lettera il calciatore raccontò di aver speso quasi 100mila euro per pagare gli avvocati "per una questione di cui la mia ex moglie non aveva alcuna colpa".

Ora l'estremo gesto che, per fortuna, non ha causato gravi conseguenze, ma che riporta nelle pagine di cronaca una vicenda giudiziaria che – almeno per i suoi protagonisti – non si è ancora conclusa.