Milano, rabbino 42enne picchia i figli: arrestato

ocente del centro culturale ebraico di piazza Castello, era finito in manette già nel 2008 per maltrattamenti in famiglia

Picchiava i figli con il manico di una scopa, proibendogli di mangiare se prima non andavano in sinagoga a pregare. Dopo anni di vessazioni un rabbino milanese di 42 anni, M. E., è stato arrestato dalla polizia di Stato e da ieri sera si trova al carcere San Vittore: la convalida è stata automatica senza passare dalla direttissima. Docente del centro culturale ebraico di piazza Castello, era finito in manette già nel 2008 per maltrattamenti in famiglia. Padre di 8 figli tra i 4 e i 16 anni, in quell'occasione aveva ricevuto un obbligo di allontanamento famigliare. 

 Nonostante questo la moglie, 38enne insegnante volontaria in una scuola ebraica del capoluogo lombardo, aveva deciso di riaccoglierlo in casa, sostenuta dalla comunità religiosa. E negli anni successivi lui, secondo il racconto della donna, aveva continuato ha picchiare i figli, tanto che nel 2015 sono stati tre gli episodi in cui è stato necessario l'intervento della polizia. Fino a quello determinante, avvenuto la sera del 24 aprile.

La moglie ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine verso le 22.30: era in cucina quando ha sentito il marito sbattere i pugni sul tavolo e urlare contro il figlio sedicenne, a cui già la sera prima aveva negato la cena perché l'adolescente non si era recato al tempio. Ma la sera prima per il calendario ebraico era Pesach, ovvero la commemorazione della liberazione degli Israeliti dalla schiavitù egizia: iniziando quest'anno al tramonto di venerdì 22 aprile, infatti, ai credenti non è permesso di svolgere attività lavorative, né di usare il cellulare, sino al crepuscolo del giorno 24. Lui nato a Milano, lei negli Stati Uniti, entrambi di fede ebraica, hanno scelto di dare un'educazione religiosa ai figli sin dalla tenera età. Ai poliziotti la donna ha raccontato che la sera del 23 i bambini erano rientrati a casa con i volti provati. Chiedendo cosa fosse successo, hanno raccontato che stavano bisticciando tra di loro tirandosi qualche calcio e il padre avrebbe preso uno dei figli per le spalle. Spingendogli il volto contro un muro, avrebbe chiesto di scegliere una punizione per il bambino che per primo aveva cominciato a litigare con i fratelli. La sera del 24 quando la polizia è entrata in casa ha trovato il rabbino seduto al tavolo che mangiava. Vestito in abiti religiosi, pare non aver posto resistenza agli uomini in divisa che erano arrivati per arrestarlo. I mobili della casa, invece, erano danneggiati e tutta l'abitazione era a soqquadro. Secondo quanto riferisce la questura la famiglia non naviga in buone acque economiche ed è sotto sfratto: nell'appartamento di via Frua in cui abita la coppia con gli otto figli avrebbe accumulato un debito di 30mila euro per affitti non pagati.