Vatileaks, ex collaboratore Balda: Si temeva attacco batteriologico

Nicola Maio ha parlato nell'udienza di oggi del processo che lo vede imputato in Vaticano per fuga di notizie riservate e sodalizio criminale organizzato

"Secondo Francesca Chaouqui e Luigi Bisignani i servizi segreti temevano attacchi batteriologici in Italia". E' quanto ha dichiarato Nicola Maio, ex collaboratore di monsignor Balda nella commissione Cosea, nell'udienza di oggi del processo che lo vede imputato in Vaticano per fuga di notizie riservate e sodalizio criminale organizzato. Maio era presente alla cena tra Chaouqui e Bisignani: "Durante i convenevoli iniziali – ha detto – i due parlavano come chi avesse familiarità con l''establishment', cioè istituzioni governative e alta finanza".  "Ho dato le mie dimissioni il 15 dicembre 2014 perché venivo risucchiato in attività che non appartenevano all'istituzione. Il mio ruolo non era più indispensabile, mi sentivo occasionalmente strumentalizzato" ha aggiunto Maio. 

Alcune di queste attività che Maio ha definito 'Para-Vaticane' gli vennero proposte da Balda dopo lo scioglimento della Cosea e riguardavano: le attività dei messaggeri della pace, le attività della Fundacion Santa Maria del Camino (associazione spagnola che gestisce e fa consulenza per beni immobili ecclesiastici) e un'associazione russo-spagnola intitolata a San Nicola. Per queste Maio avrebbe dovuto fare da segretario operativo, la sede sarebbe stata in un appartamento dell'Apsa adiacente quello di Vallejo Balda.

"La cosa mi sembrava inappropriata – ha commentato in udienza -. Intravedevo un conflitto d'interessi dover gestire associazioni che avevano interessi con il Vaticano, visto che ci eravamo occupati di ricognizione di economia vaticana".

SI TEMEVA SABOTAGGIO RIFORMA ECONOMICA.  Nicola Maio, imputato in Vaticano, nell'udienza in cui è stato interrogato, è tornato su quella che nelle deposizioni iniziali aveva definito 'Supercommissione segreta', un gruppo di persone che agiva in segreto all'interno della Prefettura della Santa Sede: "Tradito dall'emozione ho usato un termine sbagliato – ha detto. Parlerei più di un gruppo di contatto", ha spiegato in seguito "contatto tra persone molto influenti nella curia". Questo gruppo si è costituito perché "si temeva che la riforma economica venisse dirottata o addirittura sabotata". Le paure, ha riferito, sono iniziate "a febbraio-marzo 2014. Secondo la testimonianza di Maio, Francesca Chaouqui continuò a collaborare con monsignor Balda anche dopo lo scioglimento della Cosea perché "era ritenuta presenza fondamentale per salvaguardare la riforma".

MERO ESECUTORE. Monsignor Vallejo Balda era il mio diretto e unico supervisore gerarchico. La catena di comando era: Santo Padre – Vallejo Balda – io. Per verificare un ordine sarei dovuto andare a bussare direttamente alla porta del Papa, cosa oggettivamente impossibile". Si discolpa così Maio nel suo interrogatorio nel tribunale del Vaticano, dicendo che era un "mero esecutore di ordini", ma "mai, nella maniera più assoluta – ha assicurato – ho sospettato d eventuali richieste illecite da parte di monsignor Balda".