Le salme di Salvatore Failla e Fausto Piano sono partite da Tripoli a bordo del C-130 dell'Aeronautica militare. L'arrivo è previsto all'aeroporto romano di Ciampino intorno all'una.
IL RACCONTO DELLA VEDOVA FAILLA. "Lo obbligavano a leggere quello che avevano scritto, ma io credo che Salvo mi chiedesse aiuto". Queste le parole di Rosalba, moglie di Salvatore Failla, ucciso in Libia assieme a Fausto Piano, durante una conferenza stampa che si sta svolgendo stasera a Roma.
La moglie di Salvatore Failla ha denunciato di essersi sentita abbandonata e, durante la conferenza, ha fatto ascoltare una telefonata ricevuta dal marito quando era sotto sequestro in Libia. La telefonata risale al 13 ottobre scorso, ma la voce dell'ostaggio, che chiede alla moglie di chiamare media e telegiornali, appare registrata. I sequestratori hanno quindi chiesto a Salvatore di registrare un messaggio, impedendo alla moglie di poter interagire con lui. Secondo quanto raccontato dalla vedova, uno dei sequestratori degli ostaggi italiani in Libia si sforzava di parlare italiano.
"Nell'ultima telefonata, che è stata due mesi forse due mesi fa, io avevo la tentazione di rispondere, ma mi hanno staccato il telefono. Mi sono rivolta al Ministero degli Esteri. Salvo mi chiedeva aiuto perché la sua voce era molto sofferente, io sentivo che stava soffrendo. L'altra voce che io sentivo parlare in italiano era il criminale che me l'ha ammazzato", ha raccontato Rosalba.
"Ci è stato detto dai familiari di Piano che la Farnesina ha riferito loro che sono stati costretti a dargli i corpi per l'autopsia perché hanno puntato le armi alla testa dei rappresentanti italiani che sono attualmente in Libia", ha aggiunto la figlia di Failla, Erica.
La famiglia Failla ha poi affermato di non volere i funerali di Stato per il marito Salvatore. "No, no", ha detto la donna, rispondendo ad una domanda di LaPresse.