Procura: "Era nel parcheggio al momento dell'omicidio". Accusata di favoreggiamento anche la compagna

"Abbiamo un quadro indiziario complesso che porta all'affermazione di responsabilità per Giosué Ruotolo". Queste le parole del procuratore di Pordenone, Marco Martani, che ha confermato l'arresto del giovane per l'omicidio di Trifone Ragone, ucciso insieme con la fidanzata Teresa Costanza la sera del 17 marzo scorso in un parcheggio davanti al Palazzetto dello Sport di Pordenone.

"Un elemento importante è la ricostruzione dei tempi e la presenza delle persone sul luogo dell'omicidio: queste due variabili ci portano a dire che Giosuè Ruotolo era nel parcheggio davanti alla palestra non appena prima il momento dell'omicidio, ma durante", ha aggiunto. Ruotolo "prima aveva detto di non essere stato lì, poi ha cambiato versione dopo la visione di alcune immagini; parlando con un testimone abbiamo concluso che è impossibile che lui non abbia sentito gli spari", ha spiegato Martani.

"Siamo abbastanza certi che il testimone chiave è il runner, un atleta che stava facendo jogging attorno alla palestra", ha aggiunto il procuratore. Il pm ha spiegato che il testimone ha prima incontrato le vittime che salivano in auto spiegando in quale zona era: pochi secondi prima una telecamera aveva inquadrato la macchina di Ruotolo, accusato del duplice omicidio.

Raggiunta da un provvedimento cautelare anche la fidanzata di Ruotolo, Mariarosaria Patrone, sottoposta agli arresti domiciliari per l'ipotesi di reato di favoreggiamento.  

Secondo quanto spiegato dai carabinieri di Pordenone i provvedimenti, emessi dal gip del tribunale su richiesta della locale Procura della Repubblica, sono stati eseguiti a Pordenone, località in cui lo stesso Ruotolo presta attualmente servizio, ed in Somma Vesuviana (Na), luogo di residenza della fidanzata. Dopo una lunga serie di indagini è stato monitorato l'ambito familiare e relazionale di Ruotolo, compresa la fidanzata Mariarosaria, figura controversa, ed i due commilitoni, nonché coinquilini, del militare e di Ragone, soggetti rivelatisi poi fondamentali per ricostruire le dinamiche del fatto.

Ruotolo è accusato per l'omicidio commesso "con premeditazione (reato previsto dagli art. 575 e 577, c. 3, del Codice Penale) e detenzione illegale e porto in luogo pubblico di arma da sparo".

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