Come è cambiato il nostro vivere quotidiano con l'invenzione delle e-mail? Cosa significa comunicare utilizzando la tecnologia piuttosto che carta e penna? Riflessioni che tornano di attualità nel giorno della scomparsa di Ray Tomlinson l'uomo che nel 1971 introdusse l'utilizzo della chiocciola negli indirizzi di posta elettronica. LaPresse lo ha chiesto allo scrittore Federico Moccia.
E' morto l'inventore della comunicazione per mail, che cosa ha rappresentato per lei l'invenzione della chiocciola?
Per me la chiocciola è sempre stato un simbolo importante e magico, narrativo e suggestivo: la metafora di come si possa viaggiare portandosi dietro tutto quello che si è, la casa appunto, intesa come vita ed esperienza. Un po' come spedire se stessi in giro, alla scoperta degli altri. Così, quando Ray Tomlinson nel 1971 introdusse l'utilizzo della "chiocciola" negli indirizzi di posta elettronica, rese quel simbolo uno dei più famosi al mondo, immediatamente riconoscibile come indice di comunicazione. E trasformò la lumaca in velocità. Un'immagine che mi è sempre piaciuta. Prima di Tomlinson, le email esistevano già, ma funzionavano in modo molto limitato. Lui ha messo le ali alla comunicazione digitale. A suo modo è stato un pioniere.
Questa tecnologia ha tolto qualcosa al valore della corrispondenza tradizionalmente intesa?
Non ho mai pensato alla tecnologia in negativo. Non è un limite, ma una risorsa, amplifica e non toglie nulla alla tradizione. Gli esseri umani hanno bisogno di comunicare, cambiano solo le modalità. Il foglio diventa schermo, la penna tastiera, la grafia personale di ciascuno di noi non è un ostacolo alla comprensione, grazie alla miriade di font che si possono usare. Quello che non cambia è l'essenza, perché come diceva Henri Bergson, "La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima". E nessun cavo o connessione wi-fi impedirà all'anima di esprimersi e mischiarsi con quella altrui. Ray Tomlinson ci ha regalato nuove strade, nuove possibilità. Non si perde nulla. Si guadagna solo spazio, si aumenta la realtà per sperimentarla in modo diverso.
La stessa questione riguarda anche la lettura cartacea e quella su e-book?
Non ho mai messo a confronto in negativo la lettura di un libro cartaceo, l'emozione di sfogliarlo, di annusare la carta stampata, con la praticità di leggere un e-book. Anche se sembra, non sono due mondi paragonabili. Lo sono solo in apparenza. Si tratta semplicemente di decidere, volta per volta, quale richiamo seguire, senza schierarsi o bollare a priori la modernità come limitante e il fascino del consueto come migliore o, viceversa, il digitale come la soluzione di tutto.