"L'e' un tejulin". A Forno Canavese, alle pendici delle montagne a nord di Torino, Roberto Obert è conosciuto da tutti. Un bravo ragazzo, un po' strano e solitario. Omosessuale, e per questo ancora più solitario in un piccolo paesino, "ma mai dato fastidio a nessuno". Nato qui nel 1962, primo e unico figlio di mamma Maria e papà Guglielmo, morto l'anno scorso, quando c'erano già i due condomini dove ancora vive in via De Gasperi, ma le strade erano in terra e tutt'intorno solo prati. A duecento metri di distanza la casa della nonna, dove da qualche anno vive la mamma in via Cannella 1. "Non so cosa dire, sono senza parole", risponde a LaPresse affacciandosi brevemente, gonna in lana e maglioncino, elegante e sobria, capelli grigi corti e fazzoletto ad asciugare le lacrime. Nell'altra abitazione nessuno risponde, ma i vicini raccontano che qui viveva con il suo compagno da vari anni, Angelo, infermiere nel vicino ospedale di Cuorgnè. Qui nessuno ha però mai visto Gabriele De Filippi, il 22enne complice con cui Obert ha ucciso il 13 gennaio Gloria Rosboch.
Nessuno in paese e tra i vicini ricorda episodi particolari legati a Roberto Obert, cognome molto diffuso nel piccolo comune, "mai sopra le righe" questo figlio di un operaio meccanico. Finite le scuole dell'obbligo inizia a studiare da pasticciere, poi negli anni girerà un po' di laboratori a Torino, qualcuno ricorda anche un suo impiego alla Danone, prima di finire a Bergamo in un'azienda di essenze, da dove 3-4 anni fa viene via grazie a una buonuscita. Da allora più nessun lavoro, ed una vita regolare, tra i due appartamenti di famiglia. In molti l'hanno visto a passeggio anche in questi ultimi giorni, molto dopo l'omicidio del 13 gennaio. E' addirittura andato allo stadio Obert, come sempre in Maratona a vedere il suo amato Toro, chi condivideva con lui la passione per i granata ricorda di averlo incontrato ai cancelli della curva cuore del tifo torinista. Era al Comunale infatti per Torino-Frosinone il 16 gennaio scorso. "Sono senza parole, avrà perso la testa" racconta chi era con lui allo stadio quel giorno.
"Era molto geloso delle sue cose", spiegano i vicini, "difficile che abbia fatto guidare la sua auto a qualcun'altro", aggiungono, ragionando sull'omicidio avvenuto sulla Renualt Twingo bianca che era di papà Guglielmo. E' invece un acquisto di fine 2015 la fiammante Mini Cooper arancione, su cui è stato immortalato dalle telecamere del comune di Castellamento prima e dopo l'omicidio. Un regalo di De Filippi fatto con i 187mila euro estorti alla professoressa Rosboch? "Ne avevano di soldi, figlio unico Roberto, non credo", spiega il titolare del piccolo supermercato a 20 metri da casa Obert. "Mai segnato nulla", spiega, mai un debito quindi, "è passato da solo qui davanti due giorni fa, mi vengono i brividi. Ma per me rimane una brava persona, e credo lo sia per tutti i fornesi, nessuno ne parlerà male". Però poi ieri sera la svolta, con i carri attrezzi che portano via le due auto di famiglia, la madre, Rostagno il cognome da nubile ben visibile sui campanelli, disperata "che voleva buttarsi giù", raccontano, anche se la casa bassa a un piano rendeva la cosa impossibile. La piccola cripta di Maria Regina della Pace vigila da sempre su questo incrocio, in casa anche la cognata di Maria Obert, prova a consolarla.