Il mondo piange la scomparsa di Umberto Eco

Tutti i quotidiani internazionali dedicano un articolo allo scrittore italiano di fama mondiale

Il mondo piange Umberto Eco. Questa mattina i maggiori quotidiani internazionali ricordano la grandezza dello scrittore e accademico italiano, morto ieri sera a 84 anni.

NEW YORK TIMES –   "Come studioso di semiotica, Eco ha cercato di intepretare le culture attraverso i loro segni e simboli, con parole, icone religiose, spartiti… Ha pubblicato più di 20 libri di saggistica su questi temi mentre insegnava all'Università di Bologna. Ma piuttosto che separare la sua vita accademica dalla sua narrativa popolare, Eco ha infuso nei suoi sette romanzi molti dei suoi temi scientifici", si legge sul sito del quotidiano americano che celebra lo scrittore come una sorta di celebrità della cultura pop, "capace di fondere due mondi, quello accademico e quello letterario senza mai perdere il contatto il pubblico e la realtà".

 LE MONDE – "La curiosità e il campo di indagine di Umberto Eco conoscevano pochi limiti, la costante della sua analisi resta la volontà di vedere il senso là dove si sarebbe tentati di non vedere altro che fatti". Lo scrive il quotidiano francese Le Monde. "Filosofo destinato a essere inserito nella super selettiva Library of Living Philisophers, Eco sembra promesso anche a una posterità da romanziere. Una sorta di Pico della Mirandola, colui che il medievalista Jacques le Goff chiamava 'il grande alchimista'", ribadisce il quotidiano.

EL PAIS –Eco è stata una presenza costante e imprescindibile della vita culturale italiana dell'ultimo mezzo secolo", scrive il quotidiano spagnolo commentando la morte dello scrittore italiano. "Ripercorrere la vita e la carriere di Eco significa ricostruire un pezzo importante della storia culturale non solo italiana", continua il quotidiano.

THE GUARDIAN – Umberto Eco "era uno dei nomi letterari più venerati al mondo", scrive il quotidiano britannico ricordando l'intervista fatta proprio dal Guardian a Eco a Londra nel 2015. "Credo che un autore deve scrivere ciò che il lettore non si aspetta. Il problema non è quello di chiedere di cosa hanno bisogno ma di cambiarli, per produrre noi il tipo di lettore che si desidera per ogni storia", aveva spiegato Eco illustrando il suo approccio alla lettura.