"Patteggiamento nella misura di un anno e dieci mesi". Lo ha definito per il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, il tribunale di Busto Arsizio, in provincia di Varese, per la vicenda Livingston. Lo ha confermato a LaPresse l'avvocato Luca Ponti. "Il risultato è eccellente – ha spiegato il legale – perché le ipotesi contestate erano molto gravi. Però lui era una vittima, non era un artefice. L'accusa era di bancarotta fraudolenta. L'accusa originaria, poi la cosa si è un po' sgonfiata, era sostanzialmente quella di ritenere che lui avesse fatto l'operazione di acquisizione dal gruppo del Ventaglio della società Livingston per una serie di profitti personali, causando tutto questo dissesto. Invece il giudice e il pm si sono accorti che, come noi sostenevamo, lui è rimasto vittima di questa vicenda, perché ha fatto l'acquisizione supponendo che il prezzo di acquisto che lui avrebbe dovuto pagare, che era evidentemente sproporzionato, di oltre 40 milioni di euro, sarebbe stato alimentato dalla fornitura di servizi de 'I Viaggi del Ventaglio'".
"Ferrero andrà ai servizi sociali? Lui – ha detto ancora l'avvocato di Ferrero – aveva un precedente d'infanzia che era quello che gli impediva, nella misura in cui fosse cumulato con questo, di beneficiare dei due anni di condizionale. E, quindi, ci porremo il problema al momento opportuno di vedere che misure alternative ci sono. L'ultima spiaggia è quella dell'affidamento in prova, ma che generalmente si applica con una pena di quattro anni non con un un anno e dieci mesi. Prima di arrivare all'affidamento in prova, abbiamo altre graduate più favorevoli. Io confido ad arrivare a delle situazioni più favorevoli dei servizi sociali, però – supponendo che siano questi – i servizi sociali si valutano sostanzialmente sulla qualità dell'imputato. E il fatto di avere le attenuanti generiche prevalenti è scritto nel dispositivo", ha concluso Ponti.