Milano, 7 dic. (LaPresse) – Al via alla Scala, in una Milano blindata, la tradizionale Prima con la Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi, rappresentata l’ultima volta nel 1865. Ad assistere all’opera anche il premier Matteo Renzi. Ad attenderlo non c’è stata alcuna contestazione: i manifestanti stavano già smontando i gazebo nell’area recintata in cui la Questura ha permesso lo svolgimento della protesta.
CITTA’ BLINDATA- A Milano intanto, dopo l’allarme dell’Fbi che segnalava la piazza come luogo sensibile, è scattato il piano sicurezza. Da questa mattina i cecchini sono sui tetti di tutti i palazzi che si affacciano su piazza, invisibili ai milanesi. L’area è stata transennata e carabinieri e polizia, in tenuta antisommossa, hanno il compito di evitare le tensioni che ogni anno accompagnano l’evento. Pronte ad intervenire anche le unità speciali antiterrorismo di Gis e Tuscania dei carabinieri.
CONTESTATORI IN AZIONE-. “Centinaia di ricchi, miliardi di poveri: questo è lo stato d’emergenza”, “Soldi e paura mai avuti”, “Le Pen e Giovanna D’Arco: bentornati alle guerre di religione”. Sono alcuni dei cartelli con cui il centro sociale Cantiere, Sms, Spazio di mutuo soccorso, e il Comitato abitanti San Siro stanno tappezzando la facciata d’ingresso di Palazzo Marino, sede del Comune, di fronte al Teatro alla Scala. Gli attivisti si stanno preparando a mettere in scena la loro “sfilata irriverente popolare”. “E’ il mutuo soccorso che va in scena in piazza Scala, una sfilata contro il sistema neoliberista e la casta della guerra, che invece è oggi protagonista della Prima della Scala. I nostri outfit dimostrarono al pubblico del gran galà che un altro mondo nom solo è possibile, ma soprattutto necessario”, spiega un’attivista.
Tra i contestatori anche la Banda degli ottoni a scoppio. Fanfare di musicisti di strada o di professione, la Banda nel 2012 è stata insignita dell’Ambrogino d’Oro, la massima benemerenza civica della Città di Milano. “Le nostre note di lotta in ricordo degli lavoratori morti per amianto del Teatro alla Scala”, dice Roberto Spinash, sax della Banda e lavoratore della Scala.
In piazza anche croci bianche, in cartone, e al centro la scritta ‘Rip’. Questo il simbolo scelto dal sindacato Cub, Comitato unitario di base, in solidarietà alle vittime d’amianto di tutta Italia, “compresi i lavoratori del Teatro alla Scala, su cui la procura ha aperto un’indagine ed è attualmente in corso un processo al Tribunale di Milano, convocando gli ex sindaci Tognoli, Pillitteri, Borghini, Formentini, l’ex sovrintendente Carlo Fontana, e nove tra dirigenti ed ex dirigenti del Teatro”, spiega, a LaPresse, Giovanni Cippo, della Cub, in nome del Comitato ambiente e salute del sindacato. Le croci sono state appese su una delle facciate del Comune di Milano, al termine di una grande scritta in cartone blu ‘Eternit’, riprendendo una delle celebri vignette del disegnatore milanese Vermi di Rouge. “Sono 8 i decessi di cui siamo a conoscenza, l’ultima sepoltura è del 16 novembre 2015 – continua Cippo -. La magistratura milanese ha finalmente alzato il sipario sulla tragedia dei dipendenti morti per aver respirato fibre d’amianto all’interno del teatro meneghino, simbolo di eccellenza artistica in tutto il mondo”.