dalla nostra inviata Chiara Troiano
Nairobi (Kenya), 26 nov. (LaPresse) – La visita del Papa a Nairobi tocca diverse tappe della capitale del Kenya.”Il Dio che noi cerchiamo di servire è un Dio di pace. Il suo santo Nome non deve mai essere usato per giustificare l’odio e la violenza. So che è vivo in voi il ricordo lasciato dai barbari attacchi al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso del suo discorso per l’incontro ecumenico e interreligioso presso la Nunziatura di Nairobi, in Kenya. ” Troppo spesso – ha aggiunto – dei giovani vengono resi estremisti in nome della religione per seminare discordia e paura e per lacerare il tessuto stesso delle nostre società”.
PIANTA CONTRO DEFORESTAZIONE. Prima di recarsi all’ufficio delle Nazioni Unite di Nairobi, Papa Francesco si è fermato, per la seconda volta dal suo arrivo in Kenya, a piantare un albero nel parco del centro. “Ho voluto accettare questo gesto simbolico e semplice – ha spiegato il pontefice – pieno di significato in molte culture. Piantare un albero è, in primo luogo, un invito a continuare a lottare contro fenomeni come la deforestazione e la desertificazione. Ci ricorda l’importanza di tutelare e gestire in modo responsabile quei polmoni del pianeta colmi di biodiversità”.
ISTRUZIONE E FORMAZIONE. “Il cambio di rotta di cui abbiamo bisogno non è possibile realizzarlo senza un impegno sostanziale nell’istruzione e nella formazione. Nulla sarà possibile se le soluzioni politiche e tecniche non vengono accompagnate da un processo educativo che promuova nuovi stili di vita. Un nuovo stile culturale”. Lo ha detto il Papa durante la visita all’Ufficio delle Nazioni Unite.
MIGRANTI E INDIFFERENZA. “Sono molte vite, molte storie, molti sogni che naufragano nel nostro presente. Non possiamo rimanere indifferenti davanti a questo. Non ne abbiamo il diritto”. Così il Pontefice, parlando dei migranti e delle “forme estreme e scandalose di ‘scarto’ e di esclusione sociale, come sono le nuove forme di schiavitù, il traffico delle persone, il lavoro forzato, la prostituzione, il traffico di organi”.
INCONTRO INTERRELIGIOSO. Precedentemente alla Nunziatura di Nairobi il Papa ha precisato: “Le credenze religiose e la maniera di praticarle influenzano ciò che siamo e la comprensione del mondo circostante. Esse sono per noi fonte di illuminazione, saggezza e solidarietà e in tal modo arricchiscono le società in cui viviamo”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso del suo discorso per l’incontro ecumenico e interreligioso presso la Nunziatura di Nairobi, in Kenya.
“In una società democratica e pluralistica come questa – ha aggiunto il pontefice – la cooperazione tra i leader religiosi e le loro comunità diviene un importante servizio al bene comune”. Secondo il pontefice “in questa luce, e in un mondo sempre più interdipendente, si avverte con crescente chiarezza la necessità della comprensione interreligiosa, dell’amicizia e della collaborazione nel difendere la dignità conferita da Dio ai singoli individui e ai popoli, e il loro diritto di vivere in libertà e felicità. Promuovendo il rispetto di tale dignità e di tali diritti, le religioni interpretano un ruolo essenziale nel formare le coscienze, nell’instillare nei giovani i profondi valori spirituali delle rispettive tradizioni e nel preparare buoni cittadini, capaci di infondere nella società civile onestà, integrità e una visione del mondo che valorizzi la persona umana rispetto al potere e al guadagno materiale”.
La mia visita in Africa sia segno della stima della Chiesa per tutte le religioni e rafforzi i nostri legami di amicizia.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 26 Novembre 2015
VISITA AL CAMPUS. “Mungu abariki Kenya!”, Dio benedica il Kenya. Papa Francesco ha concluso con queste parole in swahili la sua prima messa in Africa. In un campus dell’università di Nairobi, in Kenya, gremito di pellegrini, Bergoglio è stato accolto calorosamente dalla gente del posto nonostante la fitta pioggia che questa mattina scendeva sulla città. Il prato era stato completamente trasformato in un denso strato di fango dall’acqua, ma in tanti non sono voluti mancare all’appuntamento con il Papa. Tra canti e balli dei bimbi il pontefice è stato accolto gioiosamente nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli: e Papa Francesco ha voluto ricambiare l’affetto arrivando a bordo dell’auto scoperta anche sotto la pioggia
AI GIOVANI: CREATE SOCIETA’ INCLUSIVA. “Qui, nel cuore di questa Università, dove le menti e i cuori delle nuove generazioni vengono formati, faccio appello in modo speciale ai giovani della nazione. I grandi valori della tradizione africana, la saggezza e la verità della Parola di Dio e il generoso idealismo della vostra giovinezza vi guidino nell’impegno di formare una società che sia sempre più giusta, inclusiva e rispettosa della dignità umana” ha sottolineato il Papa. “Vi stiano sempre a cuore le necessità dei poveri – ha aggiunto – rigettate tutto ciò che conduce al pregiudizio e alla discriminazione, perché queste cose – lo sappiamo – non sono di Dio”.
MATERIALISMO E INDIFFERENZA. Opporre resistenza alle “pratiche che favoriscono l’arroganza negli uomini, feriscono o disprezzano le donne e minacciano la vita degli innocenti non ancora nati. Siamo chiamati a rispettarci e incoraggiarci a vicenda e a raggiungere tutti coloro che si trovano nel bisogno”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia pronunciata durante la Santa Messa nel campus. “Le famiglie cristiane – ha spiegato – hanno questa missione speciale: irradiare l’amore di Dio e riversare l’acqua vivificante del suo Spirito. Questo è particolarmente importante oggi, perché assistiamo all’avanzata di nuovi deserti, creati da una cultura del materialismo e dell’indifferenza verso gli altri”.
GIOVANI RESI ESTREMISTI. “Troppo spesso dei giovani vengono resi estremisti in nome della religione per seminare discordia e paura e per lacerare il tessuto stesso delle nostre società” ha continuato il Papa nel suo discorso per l’incontro ecumenico e interreligioso presso la Nunziatura di Nairobi, in Kenya. Il Santo Padre ha poi chiesto con forza che questo non avvenga “mai più”.