Giornata contro la violenza sulle donne, 40enne uccisa a Perugia dal marito

Roma, 25 nov. (LaPresse) – Drammatico episodio di cronaca a Perugia: nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne un altro omicidio: a morire questa volta è una 43enne di Perugia, colpita con un colpo di fucile dal marito, che si sarebbe costituito.

MATTARELLA: VIOLENZA SU DONNE INGIUSTIFICABILE. “La violenza sulle donne è un fenomeno sociale ingiustificabile che attecchisce ancora in troppe realtà, private e collettive e nessun pretesto può giustificarla. Si tratta di comportamenti che vanno combattuti fermamente”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Contrastare la violenza sulle donne è un compito essenziale di ogni società che si proponga la piena tutela dei diritti fondamentali della persona – prosegue il capo dello Stato – L’educazione al rispetto reciproco, nei rapporti personali e nelle relazioni sociali, è alla base del nostro vivere civile”.

Secondo il presidente infatti per estirpare comportamenti ingiustificati come la violenza sulle donne “occorre agire sulla prevenzione, attraverso l’educazione dei giovani al rifiuto della violenza nei rapporti affettivi: amore e violenza sono tra loro incompatibili e non c’è rapporto che possa essere costruito sulle basi della sopraffazione”.

“L’educazione ad una vita sentimentale caratterizzata dal rispetto per l’altro inizia dall’infanzia e dall’adolescenza ed è soprattutto alle nuove generazioni che deve essere rivolta l’attività posta in essere dalle istituzioni e dalla società civile – prosegue – La scuola e le altre attività in cui si esplica la crescita della persona devono essere in prima fila contro ogni forma di violenza, pregiudizio e discriminazione”.

“La ratifica da parte dell’Italia della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” c.d. – Convenzione di Istanbul, costituisce un primo e importante passo per la piena affermazione dei diritti umani – ricorda Mattarella – Resta tuttavia ancora molta strada da fare, in Italia e nel mondo, per evitare l’insorgere della violenza sulle donne, per offrire loro strumenti che consentano di superare le ferite, fisiche e morali, subite, e per arginare il ripetersi di questi fenomeni”. Secondo il capo dello Stato infatti “l’impegno è che le attività intraprese in occasione di questa Giornata Internazionale pongano le basi per un mutamento radicale su un tema essenziale alla nostra convivenza civile”.

OMS. E i numeri sulla violenza sono drammatici: ogni 3 giorni, in Italia, una donna viene uccisa dal partner, dall’ex o da un familiare. Sono, infatti, quasi 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni – 1 donna su 3 – ad aver subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale. E in oltre il 60% dei casi, sono i partner attuali o ex a commettere le violenze più gravi . Solo nel 2014, nel nostro Paese, sono ben 115 le donne vittime di femminicidio uccise dal marito, dal fidanzato o da un ex. Nella maggior parte dei casi, in aumento dal 2006 passando dal 60,3% al 65,2% del 2014, i figli hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre. La violenza domestica è un crimine che in Italia non viene denunciato in oltre il 90 per cento dei casi. A infliggerla sono gli uomini di casa, mariti, compagni, fidanzati, padri e ad esserne vittime sono sempre le donne. Di queste, oltre 100 ogni anno vengono uccise per mano di un uomo. Nella maggior parte dei casi il colpevole è un partner o un ex partner, solo in rare circostanze si tratta di uno sconosciuto. A livello mondiale, rende noto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il 35% delle donne ha subito una violenza domestica o sessuale nel corso della propria vita.

L’Oms considera la violenza contro le donne una delle prime cause di morte o invalidità permanente delle donne. Il 42% ha subìto violenze fisiche o sessuali da uomini con cui avevano avuto una relazione intima e ha riportato gravi danni alla salute. E ancora, il 38% degli omicidi di donne nel mondo- 1 su 4 – sono commessi da un partner. Differentemente da quanto si possa immaginare, dalle indagini sulla popolazione emerge una prevalenza di fenomeni di violenza domestica e sessuale in contesti non bellici. Una relazione dell’Oms in 10 Paesi principalmente a basso e medio reddito ha rilevato che, tra le donne di età compresa tra 15 e i 49 anni, il 15% delle donne del Giappone come il 71% di quelle etiopi hanno subito una violenza fisica e/o sessuale da un partner nel corso della loro vita, mentre tra lo 0,3 e l’11,5% delle donne ha riferito di aver subito un abuso sessuale da parte di qualcuno che non fosse un partner dall’età di 15 anni.

In tutto il mondo, quasi un terzo (30%) di tutte le donne che hanno avuto una relazione è stata vittima di un atto di violenza fisica e sessuale dal partner e in alcune regioni questa percentuale è molto più alta. Inoltre, studi internazionali rivelano che circa il 20% delle donne e tra il 5 e il 10% degli uomini hanno dichiarato di essere stati vittime di violenza sessuale da bambini. I bambini che crescono in famiglie dove si registrano episodi di violenza possono esprimere nel corso della vita una serie di disturbi comportamentali ed emotivi fino a sperimentare direttamente la violenza. Le donne vittime di violenza – quando l’episodio non sfocia in un omicidio – risentono di gravi conseguenze sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva a breve e a lungo termine e spesso, ne sono vittima anche i figli. Nel 42% dei casi si tratta di lesioni e infortuni, ma le donne vittime di una violenza sessuale rischiano gravidanze indesiderate, aborti indotti, problemi ginecologici, e infezioni a trasmissione sessuale, compreso l’HIV.

Da studi dell’Oms emerge che le donne che sono state abusate fisicamente o sessualmente hanno 1,5 volte più probabilità di contrarre infezioni a trasmissione sessuale tra cui l’HIV, rispetto alle donne che non avevano subito violenze, così come rischiano il doppio delle probabilità di avere un aborto. Infatti, una violenza durante la gravidanza aumenta anche la probabilità di dare alla luce bambini nati morti o di avere un aborto spontaneo. Inoltre, queste forme di violenza possono portare a depressione, a disturbi da stress post-traumatico e a disturbi del sonno, alimentari, stress emotivo e tentativi di suicidio.