Milano,imprenditori vittime dei loro aguzzini: scoperta banca illecita

Milano, 16 nov. (LaPresse) – “Le vittime erano pienamente consapevoli del peso criminale dei loro aguzzini: non hanno mai denunciato, se non nel caso di minacce di morte. In un periodo di crisi il gruppo criminale poteva fornire con facilità denaro agli imprenditori che ne avevano bisogno”. Sono le parole di Ilda Boccassini, procuratore aggiunto della Repubblica del tribunale di Milano, in merito ai quattro fermi eseguiti questa mattina dalla squadra mobile della città ed emessi dalla Direzione distrettuale antimafia per l’operazione ‘Risorgimento’, svolta in collaborazione con le forze di polizia svizzere da cui è emersa l’esistenza di una banca illecita nel cuore di Milano.

Al momento sono stati sequestrati 1 milione e 500mila euro in contanti, diamanti, un lingotto d’oro e altri gioielli per un valore di alcune centinaia di migliaia di euro. Gli uomini fermati sono quattro, tutti italiani. Due di loro hanno nomi già noti alle cronache: si tratta di Vincenzo Guida, 63 anni, e Alberto Fiorentino, 54 anni, pregiudicati di origine napoletana ma residenti da più di 40 anni nel capoluogo lombardo, dove sono stati condannati in via definitiva per aver fatto parte, dai primi anni ’80 al 1996, dell’associazione camorrista ‘nuova famiglia’. Gli altri fermati sono Filoppo Magnone, 31 anni, e Giuseppe Arnhold, 63 anni: sono accusati di aver monetizzato il denaro raccolto, poi versato su conti correnti in Svizzera e Ungheria, prelevato con bancomat e riconsegnato a Guida e Fiorentino. Quest’ultimo, secondo l’accusa, controllavano e gestivano l’area di piazza Risorgimento, da cui prende il nome l’operazione, luogo di prestiti e riscossione che avvenivano in inverno a casa di Guida, in estate sulle panchine del quartiere. I soldi venivano reinvestiti, almeno in parte, in titoli all’estero.

Negli anni ’80 e ’90 Guida e Fiorentino facevano parte di una ramificazione camorrista che, a Milano, lavorava a stretto contatto con esponenti di Cosa Nostra siciliana della ‘ndrangheta calabrese. I due, secondo quanto emerge dalla nuova indagine avviata a novembre 2014, prestavano denaro in via Risorgimento, alle decine di imprenditori che gli si rivolgevano consapevoli del loro calibro criminale: cifre che superano le centinaia di migliaia di euro, chieste indietro con un interesse usuraio del 40%. “Molti imprenditori locali facevano il primo passo per avere a disposizione liquidità”, sono le parole del capo della squadra mobile di Milano, Alessandro Giuliano. Più di 1 milione e mezzo di euro in contanti suddivisi in mazzette da 2500 euro trovati sul tavolo di Guida. Esercizio abusivo del credito aggravato del metodo mafioso e autoriciclaggio i reati di cui dovranno rispondere Guida e Fiorentino; Magnone e Arnhold di riciclaggio. I reati di tutti e quattro sono aggravati dalla transnazionalità.