Città del Vaticano, 6 nov. (LaPresse)- “La Chiesa deve parlare con la verità e anche con la testimonianza: la testimonianza della povertà. Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone: questo non si può fare”. E’ il monito di Papa Francesco in un’intervista rilasciata a un giornale di strada di olandese, Straatnieuws.
VESCOVI ATTACCATI AI SOLDI. A Casa Santa Marta questa mattina nell’omelia il Pontefice si è rivolto a vescovi e sacerdoti affinché vincano la tentazione di “una doppia vita”, la Chiesa è chiamata a servire, non a diventare “affarista”. Il Papa ha messo in guardia dagli “arrampicatori, attaccati ai soldi” che fanno tanto male alla Chiesa. “Nella Chiesa – ha aggiunto il Santo Padre – ci sono questi, che invece di servire, di pensare agli altri, di gettare le basi, si servono della Chiesa: gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. E’ triste dirlo, no?
DUE TENTAZIONI. “La Chiesa – ha detto il Papa nell’intervista al giornale di strada di olandese – deve parlare con la verità e anche con la testimonianza: la testimonianza della povertà. Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone: questo non si può fare. Questa è la prima tentazione. L`altra tentazione è di fare accordi con i governi. Si possono fare accordi, ma devono essere accordi chiari, accordi trasparenti. Perché c`è sempre la tentazione della corruzione nella vita pubblica. Sia politica, sia religiosa”.
IL PERICOLO CORRUZIONE. “Io – prosegue nell’intervista il Papa con un esempio – ricordo che una volta con molto dolore ho visto quando l`Argentina sotto il regime dei militari è entrata in guerre con la Gran Bretagna per le Isole Malvine – che la gente dava delle cose, e ho visto che tante persone, anche cattolici, che erano incaricati di distribuirle, le portavano a casa. C`è sempre il pericolo della corruzione. Una volta ho fatto una domanda a un ministro dell`Argentina, un uomo onesto. Uno che ha lasciato l`incarico perché non poteva andare d`accordo con alcune cose un po`oscure Gli ho fatto la domanda: quando voi inviate aiuti, sia pasti, siano vestiti, siano soldi, ai poveri e agli indigenti: di quello che inviate, quanto arriva là, sia in denaro sia in spesa? Mi ha detto: il 35 per cento. Significa che il 65 per cento si perde. E’ la corruzione: un pezzo per me, un altro pezzo per me”.
GESU’ NATO SENZA TETTO. “Gesù è venuto al mondo senzatetto e si è fatto povero. Poi la Chiesa vuole abbracciare tutti e dire che è un diritto di avere un tetto sopra di te. Nei movimenti popolari si lavora con tre ‘t’ spagnole, trabajo (lavoro), techo (casa) e tierra (terra). La chiesa predica che ogni persona ha il diritto a queste tre ‘t'”.
POVERI CREATI DA CUPIDIGIA. “Io vorrei un mondo senza poveri. Noi dovremmo lottare per questo. Ma io sono un credente e so che il peccato è sempre dentro di noi. E la cupidigia umana c’è sempre, la mancanza di solidarietà, l’egoismo che crea i poveri. Per questo mi sembra un po’ difficile immaginare un mondo senza poveri”. Così il Papa nell’intervista al giornale di strada olandese Straatnieuws. “Se lei pensa ai bambini sfruttati per lavoro schiavo, – dice – o ai bambini sfruttati per abuso sessuale. E un’altra forma di sfruttamento: uccidere bambini per togliere gli organi, il traffico di organi. Uccidere i bambini per togliere gli organi è cupidigia. Per questo non so se lo faremo questo mondo senza poveri, perché il peccato c’è sempre e ci porta l’egoismo. Ma dobbiamo lottare, sempre…sempre”