di Alessandra Lemme
Roma, 3 nov. (LaPresse) – Le prime quattro sentenze del processo a Mafia Capitale confermano l’impianto accusatorio dei pm: corruzione, usura e metodo mafioso nel ‘mondo di mezzo’ capitolino esistono. Per la prima vengono condannati rispettivamente a quattro e cinque anni e quattro mesi l’ex funzionaria comunale Emanuela Salvatori ed Emilio Gammuto, collaboratore di Salvatore Buzzi; devono invece scontare quattro anni di reclusione per usura Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, vicini a Massimo Carminati, per gli inquirenti a capo di Mafia Capitale.
AGGRAVANTE MAFIOSA E PENE PIÙ SEVERE DI QUELLE CHIESTE DALLA PROCURA. Viene riconosciuta a Gammuto l’aggravante del metodo mafioso. In due casi la pena inflitta dal gup Anna Criscuolo è più pesante di quella proposta dai pm che chiedevano cinque anni di reclusione per i tre uomini e tre anni e sei mesi per Salvatori.
PRIMI RISARCIMENTI PER COMUNE E ASSOCIAZIONI ANTIMAFIA. I risarcimenti per gli enti e le associazioni costituitisi parti civili alla prima tranche del processo su Mafia e Capitale saranno liquidati in sede civile fatta eccezione per i 20mila euro di provvisionale che l’ex funzionaria comunale Emanuela Salvatori dovrà dare subito, proprio per il ruolo che svolgeva nel Campidoglio; e i cinquemila euro che Emilio Gammuto, l’unico condannato con aggravante del metodo mafioso, dovrà pagare ad ognuna delle associazioni antimafia costituitesi parte civile. Oltre al Comune di Roma ha chiedere i danni in questo primo processo sono: la Regione Lazio, e le associazioni Libera, Cittadinanzattiva e Antonino Caponnetto.
LA VITA E LE ACCUSE DEI PRIMI QUATTRO CONDANNATI DEL ‘MONDO DI MEZZO’ L’EX FUNZIONARIA CAPITOLINA. Secondo la sentenza del gup Anna Criscuolo, l’imprenditore delle coop Salvatore Buzzi ritenuto il braccio economico di Carminati, ha chiesto e ottenuto favori da Emanuela Salvatori ex responsabile del coordinamento nomadi del Campidoglio. Dalla funzionaria comunale, Buzzi avrebbe ricevuto in particolare informazioni sulle pratiche amministrative riguardanti l’insediamento rom di Castel Romano, promettendole in cambio l’assunzione della figlia presso una delle cooperative che amministrava.
IL DIPENDENTE DELLE COOP. Emilio Gammuto, collaboratore e dipendente di Salvatore Buzzi è stato riconosciuto colpevole di aver contribuito a corrompere Claudio Turella, ex funzionario capitolino responsabile del Servizio di programmazione e gestione del verde pubblico. A Turella sarebbero stati dati 25mila in cambio dell’affidamento di appalti legati all’emergenza maltempo e 30mila ne sarebbero stati promessi in relazione allo stanziamento per la manutenzione delle piste ciclabili. Per il coinvolgimento nell’azione di Buzzi, Gammuto è condannato per corruzione con l’aggravante del metodo mafioso.
I DUE SODALI DI CARMINATI. Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, vicini all’ex nar Massimo Carminati, per gli inquirenti a capo del ‘mondo di mezzo’, sono stati riconosciuti colpevoli di usura in riferimento a un episodio avvenuto nell’aprile del 2014 ai danni dell’imprenditore Filippo Maria Macchi.
I PROSSIMI RITI ABBREVIATI DI MAFIA CAPITALE. Sono altre cinque le persone che verranno giudicate con rito abbreviato nell’ambito del processo al ‘mondo di mezzo’. Tra di essi, con udienza fissata al 26 novembre, oltre all’ex assessore capitolino alle Politiche sociali Daniele Ozzimo, ci sono: l’ex consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari; Paolo Solvi, collaboratore dell’ex presidente del municipio di Ostia Andrea Tassone; e Gerardo e Tommaso Addeo, collaboratori di Luca Odevaine, ex componente del tavolo di coordinamento per i rifugiati del Viminale arrestato nel corso delle indagini. Per tutti l’accusa è di corruzione.
Il 26 novembre il gup Alessandra Boffi deciderà anche sulla costituzione come parti civili presentata, nel processo a Ozzimo, da Pd, Comune di Roma, Regione Lazio, Ama (l’azienda romana dei rifiuti), Cittadinanzattiva e altre associazioni.
GIOVEDÌ AL VIA IL MAXI PROCESSO AGLI OLTRE QUARANTA IMPUTATI. Tra due giorni comincerà il processo ai 46 imputati di Mafia Capitale che non hanno fatto richiesta di rito abbreviato ne’ di patteggiamento (come quattro dipendenti della coop La Cascina). Eccezion fatta per la prima udienza, a piazzale Clodio, il processo si svolgerà nell’aula bunker di Rebibbia già teatro di processi storici come quelli su Ustica, P2, Brigate Rosse, via Poma e Cucchi. Sono state già fissate oltre 130 udienze entro l’estate prossima, quattro a settimana. Alla sbarra, oltre ai presunti ideatori del ‘mondo di mezzo’, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, ci saranno, tra gli altri, l’ex membro del Tavolo sull’emergenza immigrazione del Viminale Luca Odevaine, l’ex presidente del Consiglio comunale Mirko Coratti, gli ex consiglieri capitolini Pierpaolo Pedetti (Pd) e Giordano Tredicine (Fi), l’ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio Luca Gramazio e l’ex direttore generale dell’azienda romana dei rifiuti (Ama) Giovanni Fiscon al quale è stata rigettata la richiesta di rito abbreviato.